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I tabaccai promettono battaglia: “Le nuove regole? Un regalo al contrabbando”

Pronti a scendere in trincea, parrucchieri, tabaccai ed edicolanti, preoccupati per le nuove norme sul possesso delle certificazioni verdi e i relativi controlli. Fanno discutere e soprattutto arrabbiare parecchio le nuove regole sul ‘green pass’ base obbligatorio per accedere negli esercizi commerciali, mentre le categorie più colpite si preparano e affilano le armi della protesta in vista delle novità, ovvero l’obbligo di presentazione da parte dei clienti del green pass base (quello ottenuto tramite tampone negativo) da febbraio. E il clima che si respira a Bari non è certo di supina accettazione, anche per le note difficoltà già riscontrate da chi gestisce bar e ristoranti, che hanno dovuto fare i conti con queste regole piuttosto astruse già da alcune settimane. La lamentela più diffusa? A parte la perdita secca di clientela, c’è il problema non secondario dei controlli, visto che nessuno ha voglia di assoldare vigilantes o distrarre dipendenti per assicurarsi che i clienti siano in regola. Tra i primi a scendere in campo promettendo di scendere subito in piazza, se necessario, i tabaccai. “I più affezionati dei clienti sbufferanno ma attenderanno il loro turno. Le persone di passaggio no, e andranno altrove. Di certo, noi perderemo più tempo per assolvere ad un obbligo insensato, che per servire chi entra nelle nostre tabaccherie con la fiducia e l’apprezzamento di sempre”, spiega il Presidente Nazionale della Federazione Italiana Tabaccai, Giovanni Risso a commento, appunto, della decisione del Governo di introdurre l’obbligo di controllo del Green Pass anche nelle tabaccherie. “Contestiamo la decisione del Governo e ribadiamo che no, non è possibile controllare la certificazione vaccinale a tutti i nostri clienti. Non è mancanza di volontà – sottolinea Risso – è una questione del tutto pratica. I tabaccai sono spesso soli in tabaccheria e, di certo, non possono allontanarsi dal bancone per controllare il green pass sulla soglia della tabaccheria. Non si può assumere qualcuno solo per questo, impensabile perdere minuti per un controllo a fronte di una vendita realizzata in pochi secondi”. E non è finita. “Non lo nascondiamo, l’amarezza c’è. Ancor di più perché siamo tra le categorie che più hanno contribuito, con il loro lavoro, a mantenere in piedi l’economia del Paese in un momento di estrema difficoltà”. Insomma, la categoria non ci sta ad accettare regole che impongono altri sacrifici e bilanci sempre più magri per un’emergenza che oramai pare aver abbassato la testa. O almeno sta andando verso la fine, fissata dai decreti a marzo. “Ancor di più ci dispiace per i nostri clienti che saranno costretti a fare la fila e con i quali ci scusiamo anticipatamente per le lungaggini che dovranno sopportare. – conclude il presidente Nazionale della FIT – Ci sarebbe piaciuto poter fare diversamente e per questo contestiamo la decisione del Governo, con la consapevolezza che si tratta di un altro regalo al contrabbando. Questo sì, inammissibile. Non finisce qui, daremo battaglia”.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 22 Gennaio 2022

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