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Dopo l’accordo Grillo-Conte, anche i pentastellati pugliesi possono tirare un sospiro di sollievo

Possono tirare un sospiro di sollievo anche i pentastellati pugliesi dopo il recente annuncio del capo politico del M5s, Vito Crimi, dell’intesa sullo Statuto tra il cofondatore e garante, Beppe Grillo, e l’ex premier Giuseppe Conte. Infatti, la paventata scissione all’interno del M5s tra seguaci di Grillo e quelli di Conte, con la formazione di una propria formazione politica da parte di quest’ultimo, sembra al momento ormai sventata. E, quindi, anche nei pentastellati pugliesi l’unità politica del Movimento, almeno in teoria sembrerebbe preservata, perché in pratica – come è noto da tempo – nel Consiglio regionale della Puglia quattro (Grazia Di Bari, Cristian Casili, Marco Galante e Rosa Barone) dei cinque rappresentanti del M5s, eletti a settembre dello scorso anno, sono ormai organici alla maggioranza che sostiene il governatore Michele Emiliano, mentre uno (Antonella Laricchia) è rimasta all’opposizione, coerentemente a quanto dichiarato da tutti i candidati del Movimento durante la campagna elettorale delle regionali dello scorso anno. A sventare il rischio scissione è stata l’intesa raggiunta, tra Grillo e Conte, sul nuovo Statuto del M5s che – secondo indiscrezioni – vedrebbe una netta distinzione tra il ruolo di Presidente, affidato all’ex premier, e quello di Garante che resterebbe in capo a Grillo. Infatti, secondo quanto è stato riferito ai Media, il nuovo Statuto prevede che il Presidente del M5s sia l’unico titolare e responsabile della determinazione e dell’attuazione dell’indirizzo politico del Movimento; mentre in capo al Garante resterà il ruolo di custode dei valori del M5s, a cui però si aggiunge il potere di interprete autentico del nuovo Statuto. Quindi, in definitiva, Conte deciderà la lenea politica e sarà anche responsabile della comunicazione esterna del M5s. Perciò la designazione dei componenti degli organi di partito, per quelli di natura strettamente politica, quali la Segreteria e vice presidenti e vice segretari, sarà una scelta di Conte, mentre per quelli di garanzia, come i Probiviri o i componenti del Comitato dei garanti, la scelta sarà unicamente di Grillo. Comunque, Garante e Presidente potranno solo selezionare la rosa dei nomi per i predetti incari che, poi, devono essere sottoposti al voto sulla piattaforma on-line degli iscritti al Movimento. Modalità, quest’ultima, che stempererebbe attraverso la “bandiera” della democrazia diretta l’accentramento di potere all’interno del Movimento in capo sia alla figura di Conte che di Grillo. Però, se l’accordo Grillo-Conte riporta (almeno temporaneamente) serenità nel M5s, in Puglia nella “palude” del civismo che fa capo al governatore Emiliano la situazione torna ad intorbidirsi per quanto concerne il posizionamento politico della miriade di movimenti e liste civiche interne al centrosinistra pugliese, per le prossime elezioni politiche. Infatti, non a caso il presidente della Regione Puglia, alla luce della ventilata scissione del M5s, aveva già avviato una serie di contatti attraverso il suo consigliere politico, Giovanni Procacci, per mettere nella nostra regione il proprio “cappello” alla nascita del possibile partito di Conte che sarebbe quasi sicuramente sorto dalla diaspora del M5s e che ora, invece, altrettanto sicuramente non ci sarà, in virtù della innanzi raggiunta intesa. Quindi, se non sarà più possibile far convergere, in un ipotizzato partito dell’ex premier, le liste civiche create in Puglia lo scorso anno da Emiliano, per la sua riconferma a governatore, che fine fanno queste “truppe” politiche nell’approssimarsi delle elezioni per il rinnovo della Camera e del Senato? Di certo è difficile ritenere che i nomi più rappresentativi (e quindi portatori di un significativo bagaglio di voti) possano confluire alle prossime elezioni politiche a dare forza in Puglia al M5s di Grillo e Conte, se questi ultimi – come ormai sembra – resteranno uniti. Difatti, è più probabile che la ritrovata unità all’interno del M5s porti al recupero di alcuni fuoriusciti che già ci sono stati anche nella nostra regione, piuttosto che ad un’adesione ai pentastellati di alcune delle civiche di Emiliano, così come era stato ipotizzato nel caso della nascita del partito di Conte. Per cui, secondo lo scenario nazionale dell’attuale centrosinistra, le scelte per le civiche di Emiliano, a potersi collocare all’interno di una forza politica nazionale in vista delle prossime politiche, sono alquanto limitate perché, escludendo il M5s, si tratterebbe di optare tra Pd e sinistra estrema (Leu, Sinistra italiana, ecc.). In realtà, nel centrosinistra nazionale ci sarebbe anche il partito “Italia Viva” di Matteo, ma è inimmaginabile che proprio in Puglia possa essere Emiliano a dare “ossigeno” elettorale a Renzi ed al suo luogotenente pugliese, Teresa Bellanova. Ed in ogni caso, anche su un ipotizzabile (ma nella realtà impossibile!) convogliamento di “truppe” civiche in una delle citate forze politiche nazionali del centrosinistra, il ruolo di Emiliano sarebbe del tutto marginale ai fini sia del posizionamento dei candidati in lista per il Parlamento che per il “peso” che lo stesso potrebbe assumere a livello romano, in caso di successo della coalizione. Quindi, per Emiliano il futuro politico delle sue liste civiche, con Conte che rimane nel M5s, è tutto da ripensare. Infatti, sia il sogno dell’immaginato partito pugliese di Conte che quello di Emiliano come plenipotenziario ministro contiano, in un futuro governo di centrosinistra, sono svaniti già prima del risveglio.

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 13 Luglio 2021

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