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L’intervento. Russo: ” Energia, si sta creando un mercato di tipo speculativo”

Sono passati più di tre mesi dai quattro referendum del 12 giugno 2011 che si sono conclusi con la vittoria del comitato referendario. Tre dei quattro quesiti referendari erano inerenti la problematica delle risorse acqua ed energia. In Italia cioè nel Bel paese questo tipo di problematiche non sono state mai affrontate con la giusta serenità ma chi si aspettava dei cambiamenti e un cambiamento della politica di gestione delle risorse è rimasto in attesa. Passati i giorni della gioia per la vittoria referendaria poi ….. il nulla. Quali le scelte nella politica energetica del nostro paese? Quali le scelte nella politica delle risorse nel nostro paese? Oggi abbiamo in Puglia una produzione di energia di più di 10000 MW. Il fabbisogno della regione Puglia rimane sotto i 3000 MW mentre di quei 10000 MW il 30% proviene dal fotovoltaico e dall’eolico, in larga parte. Il rimanente dei 7000 MW sono di origine fossile, cioè carbone, metano e petrolio. Tantissime le autorizzazioni in attesa di Via per i piccoli impianti (si fa così per dire) che vanno da pochi MW a qualche centinaio di MW Senza una strategia A tutt’oggi non esiste una “strategia” che consenta di fare un discorso di tipo sostitutivo come: per ogni kW installato di fonte rinnovabile togliere l’equivalente di energia proveniente da fonte di origine fossile. La conclusione è di aver creato un mercato di tipo speculativo,  producendo energia solo per fare soldi. In Italia e in Puglia c’è il boom delle energie verdi, oltre al fotovoltaico e all’eolico, si stanno aggiungendo la biomassa solida e liquida, l’energia elettrica proveniente dalla combustione dei rifiuti e, fra poco, saranno incentivate anche l’energia termica dal sole (per la produzione di acqua calda) e il geotermico. Se la tecnologia e il mercato di questi prodotti ci offrono soluzioni innovative per risolvere il problema della produzione di energia, non è cosi per il quadro normativo. L’incompatibilità energetica Le leggi non sono adeguate allo sviluppo tecnologico di questi prodotti e, di conseguenza, aumentano le autorizzazioni (autorizzazioni modello piramide Stato-Regione-Provincia-Comune, autorizzazioni che cambiano da Regione a Regione)  da chiedere, che hanno come unico risultato quello di rendere più difficile la realizzazione di un impianto. Da un punto di vista tecnico invece è probabile .. “ma io ne sono certo”…  che l’energia che si produce da fonti come il fotovoltaico o l’eolico  non sia compatibile con la rete elettrica di trasporto così come è concepita oggi. Questo è dovuto all’incostanza del sole e del vento. Non si potrà continuare a collegare impianti alla rete, perché questo potrebbe portare il sistema di distribuzione ad avere problemi di stabilità nella fornitura di energia. Si dovrebbe trasformare questa energia in eccesso, che può mandare in tilt la rete elettrica di distribuzione, in qualcosa di diverso e ritrasformarlo in energia elettrica quando serve. Questo è possibile. Il problema della distribuzione Un sistema di energia distribuita sarebbe centomila volte meglio e di sicuro più efficiente del nostro attuale sistema di distribuzione dell’energia elettrica. L’efficienza dell’attuale sistema elettrico è il 14 %, questo significa  che dell’energia chimica contenuta nel combustibile utilizzato, l’86 % viene dispersa nell’ambiente come energia non più recuperabile. Le normative e il regolamento per il collegamento degli impianti di produzione alla rete di distribuzione non dovrebbero continuare a scriverli gli stessi enti che hanno interessi e sono essi stessi parte del problema… Il motivo è semplice: non puoi dettare le regole del gioco ed essere giocatore nella stessa partita. Saverio Russo ingegnere, esperto di rinnovabili    


Pubblicato il 1 Settembre 2011

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