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Laurea Honoris Causa ad Alberto Mieli, sopravvissuto alla Shoah

L’Universita’ di Foggia conferira’ la Laurea Honoris Causa in “Filologia, Letterature e Storia” ad Alberto Mieli, deportato e sopravvissuto ad Auschwitz.  La cerimonia e’ stata fissata per martedi’ 1 dicembre 2015, presso l’aula magna del Dipartimento di Studi umanistici, Lettere, Beni culturali e Scienze della formazione, a Foggia, alla presenza del reduce dall’orrore della persecuzione razziale. A Foggia ci saranno almeno dieci sopravvissuti a Auschwitz.  Figlio di Umberto e Rosa Moresco, nato a Roma il 22 dicembre 1925, arrestato nella Capitale nel novembre del 1943, deportato prima ad Auschwitz e poi a Mauthausen, miracolosamente sopravvissuto alla Shoah, storico suo malgrado come spesso si definisce ironicamente, Alberto Mieli e’ divenuto uno dei testimoni principali della strage compiuta dai tedeschi ai danni degli ebrei (e di altre popolazioni e gruppi) durante la Seconda guerra mondiale. La proposta di Laurea Honoris Causa ad Alberto Mieli e’ scaturita anche dall’iniziativa di diversi comuni e scuole della Capitanata, in cui Mieli nel recente passato si e’ recato per testimoniare l’orrore della Shoah. L’indicazione e’ stata recepita e formalizzata dai professori Saverio Russo e Stefano Picciaredda, quindi condivisa unanimemente prima dal Dipartimento di Studi umanistici. Lettere, Beni culturali e Scienze della formazione e poi dal Senato accademico dell’Universita’ di Foggia. L’autorizzazione del Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca scientifica, attraverso il ministro Stefania Giannini, al conferimento della Laurea Honoris Causa ad Alberto Mieli e’ giunta lo scorso 18 settembre. “Ne sono estremamente onorato – ha commentato Alberto Mieli alla notizia dell’ufficialita’ del riconoscimento accademico – e saro’ felice di essere all’Universita’ di Foggia per testimoniare, ancora una volta, quanto sia importante non cancellare le tracce del passato e della memoria: soprattutto quando sono cosi’ orribili”. Quando Mieli conobbe Papa Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla, questi gli domando’ come avesse potuto scampare a quell’inferno. “Santita’ a questa domanda non so risponderle – racconta Mieli -. Lui allora si commosse e si mise a piangere, io lo feci un attimo dopo”.


Pubblicato il 3 Novembre 2015

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