Primo Piano

Il contrappasso dell’isola ecologica eruttata dal sottosuolo

Se c’è, a Foggia, qualcosa che più di altre può essere additata come simbolo delle occasioni perdute dalla città per rimettersi in carreggiata, o peggio ancora, come monumento allo spreco, questa è rappresentata dalle inutili isole ecologiche che punteggiano il centro cittadino e qualche zona di periferia.

Le predette isole sono anche un’eloquente testimonianza di come vengano spesi male i finanziamenti comunitari: all’epoca della loro installazione costarono la bellezza di 2 milioni e mezzo di lire, ovvero cinque miliardi delle vecchie lire, al costo unitario di circa 800.000 euro. L’investimento fu finanziato dall’Unione Europea e dalla Regione Puglia, e mai come in questo caso si può dire che i soldi avrebbero potuto e dovuto essere spesi meglio.

La tecnologia è molto sofisticata, così come l’idea che stava alla base dell’iniziativa: le isole – una trentina in tutto – avrebbero dovuto consentire una raccolta differenziata intelligente, premettendo il conferimento di carta, cartone, vetro e plastica e soprattutto, attraverso una memory card, l’identificazione del cittadino diligente, che avrebbe visto premiato il suo senso civico attraverso uno sconto sul tributo per la raccolta dei rifiuti.

Inaugurate un paio di volte, le isole non sono mai entrate concretamente in funzione, perché l’Amica e l’assessorato comunale all’ambiente non sono mai riusciti ad organizzare una efficiente distribuzione delle card.

Della triste vicenda si occupò anche Striscia la Notizia, qualche anno fa, a seguito di una denuncia presentata dalle associazioni ambientalistiche. L’Amica e il Comune promisero di intervenire, ma anche in questo caso non riuscirono a conseguire l’obiettivo: ci si  limitò alla distribuzione di alcune migliaia di card alle circoscrizioni, senza sensibilizzare la cittadinanza a ritirarle ed a utilizzarle. I pochi foggiani che diligentemente si recarono alle sedi circoscrizionali per ritirare la card e diligentemente depositarono i rifiuti nelle isole restarono delusi perché il servizio non decollò mai. Risultato: la stragrande maggioranze delle isole è oggi guasta, alcune sono state incendiate o fatte oggetto di atti di vandalismo.

Continua a leggere sull’edizione cartacea. Acquistala on line o in edicola


Pubblicato il 25 Maggio 2013

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio