Cronaca

Il Comune di Lucera e quel bubbone chiamato “rione 167”

Che la storia che riguarda l’urbanistica lucerina sia intricata e lungi dall’essere pienamente comprensibile ai poveri mortali è fatto appurato, ma l’elevato volume di condanne (alcune milionarie) che vede soccombere il Comune di Lucera per quanto attiene, nello specifico, il rione 167, è divenuto  ormai insostenibile.

Oltre che l’aspetto economico dei debiti fuori bilancio approvati in consiglio comunale – fatto che va a ricadere comunque sulle tasche dei cittadini – resta il fastidioso ronzio dell’impunità di chi, negli anni ’80, ha provocato tutto questo.

In più occasioni, in quello che non tutti riescono a chiamare “Rione di Santa Maria delle Grazie” o “località Tiro a Segno” – ma semplicemente “a cintsessantasett” – sono stati espropriati con decreti d’urgenza terreni su cui ora si erigono le file immense di palazzine che ospitano il quartiere più popoloso della città, in continua ed insostenibile espansione. Nulla di strano, si penserà, peccato che quei decreti di occupazione d’urgenza non siano stati mai convertiti in espropri ed ecco i primi contatti tra i proprietari e le amministrazioni, ecco i primi incontri, le prime valutazioni economiche per sanare un esproprio mai avvenuto. Ma ogni volta, puntualmente, qualcosa non va, non funziona, e l’accordo tra le parti salta.

E’ il caso di un terreno come quello della signora Calabria, che riesce ad avere un riconoscimento economico di circa 170mila euro che però non vengono mai liquidati dal Comune. Quindi ecco i primi contenziosi, le prime avvisaglie di un bubbone di bilancio dal valore di quasi quattro milioni di euro, nel caso specifico dei terreni di proprietà della signora Calabria.

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Pubblicato il 13 Novembre 2012

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