Cultura e Spettacoli

Nessuna colonna devozionale a San Marco in Lamis

In Rete si legge che ancora in “epoca recente”, a San Marco in Lamis, in località Passo del Noce, si ergeva una stretta colonna sormontata da una croce in ferro e infissa alla sommità di una rudimentale piramide composta da tre gradoni in pietra comune. A seconda dei siti la notizia viene attribuita ora a ‘La Capitanata tra reazione e brigantaggio’, un libro di Tommaso Nardella edito nel 1989 a San Marco in Lamis, ora a ‘Dal fondo dei paesi per una iconografia garganica : S.Marco in Lamis – Quaderni del Sud /Lacaita 1981. Stiamo parlando di un monumento poverissimo, eretto “dai padri francescani probabilmente verso la fine del XVII secolo”. All’indomani dell’Unità d’Italia lo stesso monumento che per quasi due secoli avrebbe visto inginocchiate generazioni di fedeli, venne degradato a gogna. Con la differenza che a quella colonna nessun debitore insolvente venne legato ed esposto al pubblico ludibrio. Questa volta ai piedi della colonna furono esposte le membra straziate di Antonio Angelo del Sambro, un brigante di San Marco in Lamis fucilato nella stessa località da un plotone di soldati del neonato Regno d’Italia il 29 giugno 1862 (oggi, 155 anni fa). Era pratica antica quella di esporre i corpi dei briganti giustiziati. Ciò avveniva appendendone i corpi con ganci da macelleria alle porte delle città. Nel caso di Del Sambro, poiché la fucilazione era avvenuta alla presenza di centinaia di paesani, l’Autorità ritenne inutile spostare il macabro trofeo, bastando al rispetto della consuetudine quella esposizione ‘non sospesa’. Per ragioni igieniche queste barbariche intimidazioni non duravano più di un paio di giorni. Dopo, si provvedeva alla sepoltura nella fossa comune del più vicino cimitero. Questa colonna, ai cui piedi sarebbero stati esposti anche altri briganti locali tra cui Raffaele Villani, detto Rechiomozzo, è stata “eliminata dalle autorità locali per un malinteso senso della storia”… Il non identificato autore dà per scontato (tacendo la sua fonte) che il monumento sia stato effettivamente eretto da padri francescani in epoca remota, senza però curarsi del perché di quella costruzione : Qualcuno ebbe lì una ‘visione’? nello stesso punto sorgeva una cappelletta atterrata da un fulmine, qualcuno venne miracolato…? In ogni caso sarebbe rimasta memoria di tanto evento. Senza un valido motivo, non si erge alcuna croce al di sopra di una colonna, soprattutto in aperta campagna. Il nostro sospetto, invece, è che quella colonna sia più recente. Escluso il caso della stele commemorativa eretta da nostalgici borbonici (il Governo non ne avrebbe tollerata l’esistenza), andiamo a considerare l’idea di un monumento innalzato a ‘ripulire’ un luogo segnato da dicerie sinistre. Col popolino non si ragiona : Il fantasma del Sambro!…. per non dire dei fantasmi degli altri infelici colà messi a morte. A contrasto di paure immotivate e di forme nocive di superstizione è possibile che la locale autorità religiosa abbia disposto l’elevazione di un ‘segno purificante’ (la colonna in questione). Non trattandosi di alcun monumento devozionale, un centinaio d’anni dopo il Comune di San Marco potrebbe averne disposto lo smantellamento, magari per ragioni di pubblica utilità.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 29 Giugno 2017

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