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Trivelle in Adriatico, Introna: “Sul petrolio in mare e TAP, la Croazia che gioco fa?”

Nella sfida in Adriatico contro le multinazionali del petrolio, la Croazia che gioco fa? E sulla TAP, da che parte sta? “Di quale Europa parliamo, se non riesce a far rispettare linee condivise agli Stati membri?”. Il presidente del Consiglio regionale della Puglia Onofrio Introna ha aperto con una netta presa di posizione il convegno di Bari sul progetto comunitario Adriplan.
Un richiamo esplicito a Bruxelles quello del presidente del parlamento pugliese. “L’Unione Europea non può limitarsi a finanziare. Deve intervenire, con regole non solo fissate, anche rispettate. E deve sollecitare una leale collaborazione: se si lavora insieme sulla salute del mare le politiche dei Paesi che vi si affacciano non possono divergere”.
A preoccupare, sullo sfondo del workshop internazionale che si sta svolgendo nell’Aula del Consiglio regionale, sono le aperture del governo croato che, se confermate, possono risultare “pericolose per la tenuta di tutte le regole, strategie e battaglie per i nostri mari”. Da una parte il bando per estrazioni di idrocarburi in 29 blocchi del fondale adriatico, anche al largo delle isole di Pelagosa, a 30 miglia nautiche (48 chilometri terrestri) da Peschici e il Gargano. Dall’altro la disponibilità ad ospitare in Croazia il tracciato del gasdotto Trans Adriatic Pipeline.
“L’Europa dica cosa vuole fare perché i Paesi del Mediterraneo rispettino scelte di tutela ambientale condivise”, ha rincarato il presidente Introna, che ha inviato un messaggio “in chiaro” ai soggetti attuatori di Adriplan, il progetto internazionale di pianificazione dello sviluppo sostenibile nell’area ionico-adriatica, che fa capo al CNR-Ismar e riunisce Istituzioni, università e un partenariato tecnico scientifico delle regioni costiere italiane e di Croazia, Montenegro, Albania e Grecia.
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Pubblicato il 8 Maggio 2014

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