Cultura e Spettacoli

Totò e l’assillo dei fan

Totò si sarà esibito in Puglia almeno cinquanta volte. Ma cosa avrà visto della nostra terra? La sua popolarità era tale che doveva percorrere le nostre città solo in auto e limitatamente al tratto albergo-teatro. Diversamente, la gente lo ‘assaliva’. Una volta a Bari, nei primi anni cinquanta, quando ancora non aveva abbandonato il varietà per il cinema, Antonio De Curtis commise l’errore di concedersi una passeggiata in Corso Cavour. Fatto un centinaio di metri, già la gente l’aveva circondato; a momenti l’affetto dei baresi lo soffocava. Totò allora cercò rifugio in un caffè. Superato il primo momento di stupore, il proprietario, realizzata la situazione, non esitò a chiudere a chiave la porta a vetri dell’esercizio ed allertare le forze dell’ordine. Riconfortato, Antonio De Curtis ritrovò fiato. Per ingannare l’attesa prese una schedina del Totocalcio (il caffè ospitava anche una ricevitoria della Sisal), la compilò e senza giocarla ne fece dono al proprietario. Poi arrivò una pattuglia della Pubblica sicurezza e Totò, quasi un ricercato, venne ricondotto in albergo. Quanto a quella schedina, venne poi giocata dal proprietario, ma senza fortuna. La ricevuta, comunque, venne esposta sotto vetro fra la tradizionale immagine di San Nicola che una volta era immancabile in tutti gli esercizi e la licenza di commercio. Quando molti anni dopo quel caffè chiuse, il proprietario, andato in pensione, fece della ricevuta una reliquia di famiglia che, si dice, ancora oggi passa di primogenito in primogenito… Ci fu poi una seconda circostanza, ancora in Puglia, in cui Totò, ma questa volta per forza di cose, dovette venire ‘allo scoperto’. Forte dell’esperienza barese, il comico partenopeo pretese e ottenne una pattuglia di Vigili Urbani a costante presidio della propria persona. Ed episodi imbarazzanti come quello occorso in Corso Cavour non si ripeterono. Quale questa seconda circostanza ? Era il 1958 quando la produzione di Gilberto Carbone scendeva in Puglia per girare un film tra Foggia e Cerignola. Diretto da Turi Vasile, ‘Gambe d’oro’ poteva fare affidamento su un cast niente male : Totò, Paolo Ferrari, Scilla Gabel, Dolores Palumbo, Elsa Merlini e Memmo Carotenuto. Uno spreco, considerata la caratura modestissima di soggetto e sceneggiatura. Emblematiche le parole del Corriere d’Informazione del 28 agosto 1958 a proposito di questa commediola fessacchiotta : “ Film slegato e sconclusionato, lento e ovvio… da inserire nel lungo elenco delle pellicole inutili di gusto provinciale romanesco. Totò vi appare invecchiato. Come le battute che gli fanno dire”. ‘Gambe d’oro’, il cui titolo fa pensare a ballerine e compagnie di rivista, è invece la storia – più sentimentale che sportiva – di alcuni calciatori del Cerignola,  formazione militante in serie D, che un giorno ha l’onore di disputare un’amichevole contro la Nazionale, che addirittura batte per 2-1… Girato in un luminoso bianco/nero (la fotografia è di Carlo Bellero, le musiche recano la firma di Lelio Luttazzi), il film ha il pregio di ritrarre pur di sfuggita e in mezzo a molti luoghi comuni la provincia foggiana del dopoguerra. Particolarmente suggestive le immagini del vecchio Stadio Monterisi, che col suo polveroso terreno in terra battuta si presenta come il più classico campo sportivo di provincia del Mezzogiorno. Una chicca: In una sequenza si vede Totò – che nel film è il ‘Barone’ Luigi Fontana, un tirchio produttore di vini che fa anche il presidente della locale squadra di calcio – intento con un vecchio ferro da stiro a carbone a stirare i biglietti da diecimila lire. Si ritiene che questa scena sia stata inserita dietro insistenza dello stesso De Curtis. Chi lo ha conosciuto in privato, rivela che il grande comico prima di uscire incaricava la sua cameriera di stiragli i biglietti da diecimila lire. Essendo molto generoso, Totò amava elargire mance principesche. Il suo piacere non doveva restare disgiunto da un altro piacere, quello che la carta moneta non avesse neanche una piega. Voleva, insomma, che la povera gente potesse trarre gioia anche dal solo palpare un titolo di credito con il quale non aveva confidenza. Si dice pure che a stiratura terminata Totò amasse far aggiungere una goccia di profumo …

Italo Interesse

 


Pubblicato il 13 Gennaio 2023

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