Cultura e Spettacoli

Rinaturalizzare le cave dismesse di Puglia

Non solo preziosa pietra viva si nasconde sotto i nostri piedi. C’è anche la bauxite. La bauxite è una roccia sedimentaria che costituisce la principale fonte per la produzione di alluminio. La Puglia ne è ancora abbastanza ricca. Depositi (non più sfruttati) di bauxite sono presenti nel Salento (Punta Palascia, Otranto), sulla Murgia fra Corato e Spinazzola e nel territorio di San Giovanni Rotondo. Le cave di quest’ultima località sono state le più produttive. La bauxite sul Gargano fu scoperta per la prima volta dal Prof. Squinabol (un illustre geologo di Rovereto) nel 1894. La sfruttamento della risorsa garganica (e ciò vale anche per le miniere del Salento e della Murgia) ebbe però luogo molto più avanti, negli anni dell’autarchia fascista, quando nel 1936, a seguito delle Sanzioni imposte dalla Società delle Nazioni, l’Italia si vide costretta ad ottimizzare qualunque materia prima presente sul proprio territorio. Nel 1937, nel territorio di San Giovanni Rotondo furono individuati tre siti importanti: In quello di località Quadrone si lavorava in pozzi e gallerie; a Posta Rossa e Donna Stella, invece, la cava era a cielo aperto. La miniera pugliese si rivelò un eccellente investimento, anche sul piano occupazionale. Circa duecento fra braccianti, artigiani e pastori vennero ingaggiati e ‘formati’ da minatori fatti venire apposta da Marche e Toscana. La produzione toccò l’apice nel 1941 con 280mila tonnellate di bauxite (quel materiale, imbarcato a Manfredonia e spedito allo stabilimento di Porto Marghera per la lavorazione, fruttò 70mila tonnellate di alluminio). Entusiasta di questi risultati, Mussolini si recò a visitare la miniera di San Giovanni Rotondo. Gustosa una testimonianza in proposito dell’Ing. Sculco, che accompagnava il Duce : Abbandonata la ben asfaltata provinciale, il corteo del dittatore si immise sulla carrareccia che conduceva alla miniera. Forse per la velocità eccessiva, forse per il fondo reso accidentato dal passaggio di innumerevoli autocarri, l’auto del Duce ‘centrò’ una buca piuttosto profonda. “Mussolini si prese una capocciata tremenda, il fez gli andò di traverso”…. Le miniere di bauxite di Puglia sopravvissero a stento fino agli anni settanta. Poi nel decennio successivo, con l’esaurirsi dei filoni, i costi troppo elevati di estrazione misero fine all’attività estrattiva. Molte famiglie si ritrovarono sul lastrico. Di quei giorni conserva ancora oggi un brutto ricordo persino il territorio nelle forme di enormi cicatrici che spezzano la continuità geologica e paesaggistica. E’ così per tutte le miniere a cielo aperto. E in Puglia sono centinaia le cave di pietra viva dismesse (nell’immagine, gli effetti di una cava ancora attiva nel territorio di Apricena). Adesso si parla si ‘rinaturalizzare’… Provarono (malamente) a rinaturalizzare l’Ex Cava di maso, alla periferia di Bari. Sappiamo come andò a finire : un alluvione riversò nella voragine milioni di metri cubi di fango ; a stento nessuno ci rimise la pelle.

Italo Interesse


Pubblicato il 18 Dicembre 2015

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