Cronaca

Randagismo, una valanga di soldi pubblici per i canili e zero per la prevenzione

Ha creato non poco scompiglio in seno ad enti e amministrazioni locali, qualche mese fa, la notizia di interessi ‘oscuri’ nel giro delle associazioni che curano gli animali, sovvenzionate a suon di centinaia e centinaia di migliaia di euro da bilanci comunali e regionale. “Ventisette milioni di euro l’anno: è quanto spende la Puglia per il mantenimento degli animali nei canili. Siamo la seconda regione in Italia, con costi molto più alti rispetto a quelli sostenuti anche da regioni più grandi. Basti pensare che insieme Lombardia ed Emilia Romagna spendono meno della metà. Questo fa capire il giro d’affari che c’è dietro a questo fenomeno e che dobbiamo smantellare puntando sulla prevenzione del fenomeno. Oggi le associazioni animaliste, che ogni giorno vivono sulla loro pelle quello che accade nei canili ci hanno chiesto di non sottovalutare la <zoo mafia> e non possiamo in alcun modo venire meno a questo impegno”, ripetono rialzando la testa i consiglieri Cinquestelle Gianluca Bozzetti e Grazia Di Bari dopo l’audizione in Commissione a via Giovanni Gentile per il contrasto alla criminalità organizzata delle associazioni animaliste. In ballo il disegno di legge sul randagismo che, dopo l’approvazione in Commissione, attende l’esame in Aula, alla Regione. “Abbiamo già presentato – continuano Bozzetti e Di Bari – emendamenti che vanno nella direzione di sopprimere articoli che prevedono la possibilità di superare il limite di duecento cani in canile o di costruire canili contigui e in serie e quello che permette il trasferimento dei cani fuori regione, dove non potremmo più controllarli. Le mafie infatti si avvicinano dove possono fare business e aumentare il numero di animali con costruzioni modulari, favorisce infiltrazioni. In Calabria e in Campania dove ci sono stati appalti milionari per la gestione di 3mila cani, ci sono stati arresti e non vogliamo che la Puglia segua quell’esempio. Auspichiamo che anche gli emendamenti presentati dalla Giunta abbiano l’obiettivo di correggere queste storture. Noi daremo battaglia in Aula: il benessere dei cani, la prevenzione e la massima trasparenza nella gestione degli appalti per i canili, sono le nostre priorità”. Insomma, resta impervia la strada che porta all’approvazione della nuova legge sul randagismo, in Puglia. Oltre un centinaio di associazioni animaliste, la maggior parte aderenti al Progetto CAAP (Coordinamento Associazioni  Animaliste Pugliesi), l’estate scorsa hanno contestato apertamente alcuni emendamenti approvati nella Commissione, in via Gentile. Tra cui proprio quello relativo al “riconoscimento ufficiale” delle convenzioni pubbliche per il ricovero degli animali nelle strutture dei privati, quelli che con l’escamotage dello stato di necessità e “dell’urgenza d’opera” permettono di superare il limite di duecento unità e di costruire canili rifugi, anche “attiguamente in serie”. Contestato anche l’emendamento che permette il trasferimento dei cani fuori Dipartimento ASL e fuori regione. Resta poi il problema che poche risorse sono destinate alla prevenzione, motivo per cui il fenomeno randagismo non tende a diminuire. In effetti servirebbero più efficaci piani di sterilizzazione degli animali randagi e incentivi per la sterilizzazione degli animali di proprietà, ma anche maggiori controlli per il rispetto delle norme,  maggiore informazione ed educazione della cittadinanza e negli istituti scolastici e idonea formazione degli Organi preposti al controllo. Inoltre,  bisognerebbe incentivare la costruzione e il risanamento dei canili sanitari, in quanto sono pochissimi i Comuni dotati di questo fondamentale presidio per la profilassi sanitaria e preventiva, mentre sono troppe le strutture di proprietà privata nate come pensioni e riconvertite dallo “stato di emergenza” in canili (spesso lager) per il ricovero degli animali randagi, tramite convenzioni pubbliche anche economicamente molto consistenti. Inutile dire che questa situazione ha creato un “business” che ha attirato come mosche sul miele società private che gestiscono i canili per conto dei comuni, eliminando di fatto la prevenzione del randagismo. Le Associazioni hanno già chiesto al Consiglio Regionale di bocciare gli emendamenti contestati,  «…affinché si dia un segnale inequivocabile della volontà di voler affrontare e risolvere l’annoso problema del randagismo tramite una legge ben strutturata e dai contenuti finalizzati  alla tutela degli animali, alla prevenzione e alla legalità».

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 14 Novembre 2019

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