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Quale crescita e sviluppo? Il 2015 per la Puglia sarà un anno di sofferenza

“La tendenza sarà sempre negativa, con un aumento sensibile del precariato, della disoccupazione, in particolare di quella giovanile e femminile. Altro che ripresa e rinascita: analizzando i dati, il 2015 si prospetta tutt’altro che incoraggiante per il mercato occupazionale e produttivo pugliese”.
Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia e di Bari-Bat si è espresso così nel corso della conferenza stampa di inizio anno, nel corso della quale ha ricordato come “le principali vertenze sono ancora al palo e non si intravedono evoluzioni positive all’orizzonte. Ilva, Bridgestone, Fonderie Meridionali, Metro, Osram, Sanitaservice, Ecoleather, Vestas, Cementir, raffineria dell’Eni, Franzoni, Om Carrelli, Miroglio, Natuzzi, Sma, Sangalli, solo per citare le più note: ormai, è un valzer di licenziamenti, delocalizzazioni e ricorsi massicci alla cassa integrazione”.
“Imprecare contro il Governo nazionale – continua Pugliese – reo di aver partorito una riforma del lavoro iniqua e incapace di creare le condizioni per una ripresa del mercato occupazionale, non basta. Anche le istituzioni locali devono fare la propria parte con ogni mezzo disponibile”. Regione Puglia in testa: “Ci aspettiamo un ruolo attivo della Regione che finora, ha brillato per assenza. Ma più in generale, in Puglia non siamo entusiasti dei risultati ottenuti, dell’attività svolta dai nostri amministratori regionali. La crisi ha colpito duramente i lavoratori e l’economia, nonostante l’Ente regione sia stata capace di utilizzare il 75% circa della dotazione complessiva dei programmi Fesr e Fse 2007/2013, pari a circa 5,769miliardi di cui 4,492 per il Fesr e 1,279 per l’Fse. Quindi, una capacità di spesa superiore a tutte le regioni meridionali, ma ciò non ci conforta in quanto stiamo parlando di fondi al passato, mentre nell’anno di grazia 2015 ci sarebbero da utilizzare il rimanente 25%; oltre all’avvio dei fondi 2014/2020. Pertanto, acquisito il dato del 75%, resta inalterato il rischio di dover restituire cifre cospicue a Bruxelles e la Puglia non può permettersi il lusso di perdere queste risorse.  A maggior ragione, vi è la necessità di utilizzare presto e subito le risorse rimanenti del periodo 2007/2013, evitando però l’eccessiva fretta con la quale non si riesce a ottimizzare sulla qualità, ma ci si applica nello spendere per spendere. E con risultati alla mano, è quanto avvenuto in tutti questi anni per la cui gestione delle risorse la Puglia non ha avuto la capacità di superare il gap esistente con le regioni del centro-nord. Il risultato è che questa montagna di risorse sono state spese male non avendo prodotto una crescita a favore dell’economia e dell’occupazione tanto da creare un altro dato caratteristico, negativo, della Puglia: quello che le opere pubbliche camminano sempre con il passo da lumaca. Basti pensare che servono tre anni e mezzo per affidare i lavori e aprire i cantieri”.
I numeri dell’emorragia di posti di lavoro, analizzati dal dipartimento “Politiche del Lavoro” di Puglia e da quello nazionale della UIL sono allarmanti. “Su una forza lavoro di 1milione e 451mila unità, pari al 41,7 del tasso di attività, sono quasi 137 i posti di lavoro che si sono persi ogni giorno nel 2014 determinando un aumento di circa 33mila lavoratori disoccupati, portando a 315.000 le persone in cerca di un lavoro. Nella nostra regione, il tasso di disoccupazione generale ha raggiunto il 21,7%, rispetto al 19,1% del 2013. E per il 2015 si prevede un peggioramento delle cifre: “Il tasso di disoccupazione generale regionale potrebbe toccare quota 23%, portando a 348mila le persone in cerca di un’occupazione sul territorio pugliese, più di 137 posti persi al giorno, mentre la disoccupazione giovanile sfonderà il tragico muro del 50%, con i picchi di Foggia e Bari (oltre il 60). Una situazione insostenibile anche dal punto di vista sociale, oltre che economico”.


Pubblicato il 10 Gennaio 2015

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