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Pianeta scuola a soqquadro: a migliaia i lavoratori da stabilizzare

Passano gli anni, ma in Puglia gli insegnanti precari da stabilizzare restano ancora in tanti. Troppi, moltiplicandosi di anno in anno. E mentre con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si invoca, soltanto a parole, la continuità didattica, al punto tale che nel decreto milleproroghe non sono stati rimossi i vincoli sulla mobilità, in Puglia aumentano i posti da stabilizzare già per il prossimo anno scolastico. Ai 14.630 precari (12.250 docenti e 2.380 ATA) in servizio nel corrente anno scolastico, si aggiungono 2.440 pensionamenti (1.684 docenti e 756 ATA) previsti per il prossimo. “Nella legge di bilancio – spiega il segretario generale Uil/Scuola Gianni Verga – non si intravede alcuna misura per la definitiva risoluzione del precariato, per la stabilizzazione dei posti in deroga sul sostegno e per l’eliminazione del numero chiuso alle università utile al conseguimento del titolo di specializzazione. Per questo gli alunni più bisognosi restano sempre più ultimi e le disuguaglianze sociali, che la scuola nel suo originario ruolo costituzionale dovrebbe invece contribuire a scardinare, si ampliano ancora di più”. E non è finita. “Ci chiediamo – continua Verga – a quale merito si riferisca la nuova denominazione assegnata al Ministero dell’istruzione, dal momento che si prevedono soltanto tagli lineari per 51 scuole delle 631 attualmente funzionanti in Puglia. Inoltre, nella proposta di rinnovo contrattuale, per il personale ATA si prospettano solo nuovi e maggiori carichi di lavoro senza risorse economiche aggiuntive, mentre i direttori amministrativi diverrebbero “consulenti esterni”. Il prossimo anno scolastico, quindi, potrebbe essere addirittura più in salita di quello in corso, con carenze di personale così evidenti che renderebbero complicato garantire un’offerta didattica di qualità e perfino la quotidiana amministrazione degli istituti scolastici”. Insomma, s’ingrossano le fila dell’esercito di precari anche quest’anno scolastico, con i supplenti chiamati in cattedra a ricoprire le sedie rimaste vuote per effetto di una politica miope e sballata che considera la scuola come fanalino di coda di questo Paese. Insomma, le nomine a supplenza superano di gran lunga i posti degli insegnanti in pianta stabile, specie se si considerano anche gli spezzoni orari. Ed è sempre la conseguenza, prevedibile e annunciata, di regole poco chiare, approssimazione ed errori evitabili sulle assegnazioni delle supplenze a causa di un algoritmo ministeriale di difficile interpretazione. E così accade sempre che si continua a tenere col fiato in gola i giovani che ancora oggi, tra mille sacrifici, scelgono la complicata, ma appassionante strada dell’insegnamento. Perlopiù precarizzato, lasciando senza reddito intere famiglie per anni anche a causa di graduatorie gestite male dagli ex provveditorati agli studi, lasciando senza fine un periodo di emergenza mai terminato nel pianeta/scuola: gli studenti pugliesi meriterebbero ben altri trattamenti…

Antonio De Luigi


Pubblicato il 5 Gennaio 2023

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