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Nonostante tutto, sarà ancora Natale

Non bisogna essere degli acuti osservatori per rendersi conto che il Natale 2012 è uno dei più critici ed amari che la città di Foggia ha vissuto negli ultimi decenni. L’impietoso spettacolo che la città offre di se stessa – i rifiuti che traboccano dai cassonetti e ormai invadono i marciapiedi, la scarse luminarie, la profluvie di critiche, le male parole e le imprecazioni dei cittadini che inondano il social network – dà la misura di una situazione che neppure i più pessimisti potevano immaginare.

Ragionare sul perché si sia scesi così in basso sarebbe un esercizio di puro autolesionismo, perché le colpe, le responsabilità, stanno dappertutto e sono di tutti: della classe dirigente, che non si è accorta della crisi che incombeva sulla città, e che ha sempre pensato di poter rinviare la soluzione dei problemi, ma anche dei cittadini, dello scarso senso civico,  basti pensare agli episodi di vandalismo che da eccezione sono ormai diventati pratica quotidiana.

Se i cassonetti strapieni e l’immondizia delle strade chiamano in causa l’inadeguatezza della politica, i muri imbrattati, le panchine divelte dei parchi, l’arredo urbano fatto a pezzi denunciano le responsabilità di quanti neanche meritano il nome di cittadini perché come ricorda l’etimologia della parola, gli abitanti della civis dovrebbero sentire la città come cosa loro, e non contribuire ad abbruttirla.

Però, nonostante tutto è Natale. E il bello del Natale è che Cristo nasce ancora. Come  ogni anno, come ogni giorno, Dio si fa uomo e scende sulla terra per pagare le colpe di noi tutti, immolandosi sulla Croce.

Nessun Natale è un Natale qualsiasi e nessun Natale è un Natale senza speranza, quando c’è la Luce ad illuminarlo. Sarebbe il caso, proprio in questo Natale così oscuro, di fermarsi a riflettere di più sul mistero più grande del Cristianesimo, di questo Padre che nella sua onnipotenza sceglie di sacrificare il Figlio per espiare le colpe dell’umanità. Per sconfiggere il male.

Negli struggenti misteri della Grotta di Betlemme, della Passione e della Pasqua della Resurrezione c’è un messaggio profondo che illumina anche le tenebre più fitte: il male esiste, ed è così grande e così diffuso da far morire Gesù sulla croce. Ma il male può essere sconfitto, attraverso l’amore di un Dio che si fa uomo, muore, e risorge.

È solo un discorso da teologi e da preti, o lo splendore della Natività non reca un messaggio attualissimo ancora oggi, non ci dice qualcosa ancora oggi, qui e adesso, a Foggia, ai foggiani, tra l’immondizia che ci sommerge, le bombe che sventrano i negozi e i vandali che imperversano?

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Pubblicato il 22 Dicembre 2012

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