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Manfredonia al voto: tiene banco il civismo, i partiti inseguono

Fdi potrebbe confluire nel progetto a 5 liste insieme a Fi

Si fa presto a dire “campo largo del centrodestra” a Manfredonia ma non tutti sono d’accordo, almeno in linea di principio. “Ugo Galli è una bella figura, nulla da dire, ma non credo in questo tipo di coalizioni, con troppe e diverse anime”. Parole della senatrice di Fdi Annamaria Fallucchi circa la possibilità che il partito di Giorgia Meloni aderisca alla coalizione “Manfredonia 2024”. Si tratta di un progetto interamente civico, dove gli stessi partiti, Azione e Italia Viva, che da subito vi hanno aderito, si vedrà con quale simbolo scenderanno in campo.
In corso una “forte interlocuzione con Fdi”, fa presente Cristiano Romani, di “Manfredonia al centro”. “La nostra attività, è avanti già di molto. Mi preme sottolineare che non siamo, come si dice, ‘campo largo di centrodestra’ bensì civici che dialogano con i partiti. Fi ha rotto da tempo con alcuni amministratori ed è parte integrante del gruppo. Ciò che conta è capire con quale volontà si aderisce a un progetto già molto strutturato e con un proprio programma. Stiamo ragionando con Fdi sulle modalità di ingresso tenendo conto che, al nostro interno, abbiamo sensibilità diverse, con una forte componente anche di sinistra. Siamo diventati un polo attrattivo, questo è evidente, anche grazie al nostro candidato Ugo Galli. Ragioniamo trasversalmente ma mantenendo la nostra specificità”.
La prossima settimana sarà presumibilmente decisiva per tracciare le coalizioni anche perché, a un mese circa dal voto, bisognerà dedicarsi con più lena alle liste. E anche in questo senso non hanno vita facile i gruppi appena nati, riorganizzati o anche i partiti storici. Disinteresse, paura di mettersi in gioco e in lista, attenzione a non implicarsi in questioni spinose, date le inchieste che hanno interessato, finora, il paese sul Golfo. Un campo minato e confuso ovunque più che largo, nel centrodestra e nel centrosinistra.
Quello di Fdi in cerca di interlocuzioni ne è un esempio, non perché il dialogo non rappresenti una parte essenziale del far politica, ma per l’evidenza di una coalizione di centrodestra che non esiste nella forma che abbiamo conosciuto in passato. Se a Manfredonia, a parte Fi che appoggerà Ugo Galli, il centrodestra è stato sempre più o meno evanescente, questa volta si materializza in altre forme, alquanto divise.
È come se, quanto più a livello nazionale la coalizione si presenta compatta, tanto più a Manfredonia (e a S. Severo) si divide. Vincenzo Di Staso, sostenuto da Gianni Rotice, sposa da civico due partiti, Udc e Lega, oltre che la lista “Strada facendo”.
Inoltre, manca il traino dei leader di partito locale, tanto che l’interlocuzione, sebbene avvenga tramite il segretario provinciale (presidente, nel caso di Fdi), deve tener conto delle logiche territoriali laddove si vota. Anche qui un partito come Fdi ha varie “correnti” di riferimento, tutto sta a trovare quella giusta con cui accordarsi per proseguire. A Manfredonia sarebbe il gruppo che fa riferimento a Vincenzo Lo Riso, storico rappresentante della destra, il polo di riferimento. Dunque Fdi potrebbe confluire in “Manfredonia 2024”, salvo sorprese.
La coalizione con candidato sindaco Antonio Tasso, al lavoro da vari mesi per l’appuntamento elettorale, ha tre liste con sé. Quella del sindaco, “Sipontum” e “Manfredonia civica”. Sebbene anche in quest’area non ci siano preclusioni all’apertura- tranne quella ad alcuni ex amministratori- pare sfumata l’idea che Tasso possa essere il candidato del M5s e del Pd. Non pare esserci alcuna sintonia, del resto, fra gli ex consiglieri comunali del M5s Raffaele Fatone e Gianluca Totaro e il gruppo di Tasso, sebbene apprezzato da Conte.
Cammina spedita la candidatura di Domenico La Marca, sostenuta, fra gli altri, da “Con”, Molo 21, Progetto Popolare Manfredonia. La domanda che si pone qualcuno, visto che il Pd e il M5s non danno cenni di aver risolto i loro dilemmi interni, è: andranno questi da soli? È sicuro che alla fine non cercheranno intese con qualcuno per fare risultato significativo nel primo turno, ammesso che ve ne sarà un secondo? L’accordo fra i pentastellati e il Pd è solo sulla carta, per ora, ma dovrà concretizzarsi in un nome a parte quelli già diffusi informalmente e di cui non si parla più. Alquanto silenti, il Pd e il M5s non rilasciano alcuna dichiarazione alla stampa, nemmeno sul lavoro in itinere.

 

Paola Lucino


Pubblicato il 23 Aprile 2024

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