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Le nuove sfide dell’Accademia di Foggia, a cominciare dai nuovi spazi

In scadenza il triennio dell’attuale presidente Massimiliano Arena

È quasi terminato il triennio da presidente dell’Accademia di Belle Arti di Massimiliano Arena. Risale a luglio 2021 la sua nomina, quando l’allora ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa lo nominò all’interno di una terna proposta dal consiglio accademico. Si vocifera di un suo successore, pur potendo lui stesso ricandidarsi per un altro triennio. Circa la volontà dell’avvocato di proporre ancora il suo nome, nulla è dato sapere. All’interno del palazzo di corso Garibaldi sono molti i docenti – sono più o meno 50 in totale – che caldeggiano una sua riconferma. Di recente, in Accademia c’è stata la visita dei revisori contabili del Mur. Hanno rilevato, secondo indiscrezioni, il bilancio in ordine di un ente che, a quanto pare, avrebbe in serbo una manifestazione di interesse per l’acquisto di un terreno o di un edificio dove trasferire l’Accademia. Si parla da anni di una nuova sede, la carenza di spazi è ciò che affligge un’istituzione la cui stessa didattica si basa non solo sui laboratori interni, ma anche sulla possibilità di poter lavorare ed esporre all’aperto. Gli edifici attigui all’ippodromo e la caserma Miale, per esempio, erano stati attenzionati dall’Accademia ma della loro valorizzazione ha usufruito l’Università di Foggia, avendo le medesime esigenze su altri fronti formativi. Un occhio sarebbe caduto anche sull’ex caserma dei Vigili del Fuoco in via Sbano, ma la Provincia ha altri progetti, ovvero un “polo scolastico per le arti del Comune di Foggia”. Si tratta di un edificio polifunzionale (scuola di danza, di canto corale e formazione orchestrale, auditorium) di cui è pronto il progetto esecutivo da candidare a finanziamento.L’idea di utilizzare qualche padiglione della fiera (di cui Arena è anche commissario, al momento) sarebbe sepolta già da qualche anno. È stato il commissario prefettizio Cardellicchio, durante la presidenza di Arena, lo ricordiamo, a far emergere l’anomalia del contratto abbondantemente scaduto dell’Accademia con il Comune, suo dirimpettaio e proprietario dell’immobile. Situazione risolta a settembre scorso, prima che si insediasse il nuovo consiglio comunale, quando è stata rinnovata la concessione. Insomma, le Belle Arti hanno rischiato di perdere anche il posto dove si trovano oggi. Se Arena presenterà ancora la sua candidatura, e se quindi entrerà nella terna da proporre al ministero, non è dato saperlo. C’è chi sottolinea le specifiche competenze di un presidente, che nulla hanno a che fare con l’arte di cui si occupano, invece, altre qualificate figure operanti all’interno della struttura, dal direttore al vicedirettore. Arena piacerebbe anche perché è foggiano, e l’Accademia, dicono, ha bisogno di uno slancio che parta dalla città, dal dialogo con il territorio, dalla sua conoscenza, da un rapporto quanto mai privilegiato, ad esempio, con il suo liceo artistico e con tutte le altre scuole. In corso, come abbiamo scritto sul Quotidiano di Foggia, la collaborazione fra alcuni studenti dell’Accademia e il progetto di “Casa Arbore” (https://quotidianodifoggia.it/casa-arbore-a-foggia-il-progetto-concluso-in-corso-del-mezzogiorno/) che qualcuno avrebbe voluto proprio nei locali di corso Garibaldi, qualcun altro a Palazzo Dogana e che, alla fine, nascerà nei locali di viale Di Vittorio. Le pressioni della Regione per coronare un desiderio dell’artista, l’intervento di architetti dall’esterno, e il valore dell’iniziativa stessa, hanno vinto qualunque resistenza in una città che, spesso, si intralcia da sé. Ancora, l’Accademia dovrebbe occuparsi di un’opera di valorizzazione scultorea commissionata dall’Acquedotto Pugliese come di una presso i Campi Diomedei. Attraverso vari workshop, si è occupata di svolgere non solo l’attività che le è propria, ma anche di sociale. Come per ogni rinnovo di incarichi, si respira aria di competizione fuori e dentro le stanze delle Belle Arti, fermo restando che una buona governance non potrà che avvantaggiare la città.

 

Paola Lucino

 


Pubblicato il 13 Aprile 2024

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