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In rivolta i laboratori di analisi: “Dalla Regione solo proposte infondate”

Dalla prossima settimana potrebbero essere sospese le prenotazioni in esenzione successive al 30 giugno

Potrebbe essere ancora più difficile, a partire dalla prossima settimana, prenotare una prestazione di laboratorio, stando a quanto hanno fatto già sapere le sigle sindacali Confcommercio-Sanità/Puglia, S.Na.Bi.L.P/Puglia e Lanap che hanno avvisato non solo i cittadini, ma anche aziende sanitarie, medici di medicina generale e pediatri. E così, a partire da lunedì prossimo 27 marzo, potrebbero essere sospese tutte le prenotazioni delle analisi di laboratorio in esenzione successive al 30 giugno 2023, ovviamente garantendo quanto già prenotato dagli assistiti. Per i rappresentanti dei laboratori privati in dissenso con l’ente regionale pugliese si tratta -vale la pena ricordarlo- della tutela del diritto alla salute e dei servizi di assistenza territoriale, a beneficio dei cittadini, soprattutto di quelli che si trovano in stato di particolare fragilità. Si tratta, infatti, di difendere l’offerta di prestazione sanitaria rientrante nei livelli essenziali di assistenza (LEA). Nel mirino delle sigle sindacali, per essere più precisi, è finita la Determinazione Dirigenziale n.47 del 27/02/2023 che ha lo scopo d’individuare le reti di laboratorio esistenti in Puglia per poterle quindi contrattualizzare, garantendo al cittadino la possibilità̀ di fare gli esami in esenzione. Ebbene, quella determinazione regionale pare proprio aver reintrodotto una serie di “”anomalie”” che lo stesso Consiglio Regionale aveva già̀ censurato l’anno scorso, ma a cui il Dipartimento della salute non ha mai inteso porre rimedio. La prima anomalia? Il riavvio del cronoprogramma, documento che sembra inventato e imposto alla categoria di sana pianta, privo di base normativa. Tanto che -sostengono i sindacati – la stessa Regione Puglia ha dichiarato privo di fondatezza giuridica. Insomma, la verifica e l’aggiornamento delle reti dei laboratori privati accreditati sono stati realizzati senza rispettare la normativa regionale (DGR 736/2017). tanto da inventare modelli organizzativi di rete del tutto inesistenti. Ma censurabile è anche la presenza di altri punti claudicanti all’interno dell’organigramma organizzativo dei laboratori in Puglia proposto dall’ente regionale che richiede, sempre secondo i rappresentanti di categoria, l’intervento della “politica” -…e con urgenza – affinchè sia difesa la legge regionale. E cioè il primo comma dell’art. 23 della Legge Regionale n. 30/2022, approvata unanimemente in Consiglio Regionale. In caso contrario saranno a rischio circa 2mila posti di lavoro di professionisti sanitari (vale a dire medici, biologi, chimici, tecnici, infermieri e personale amministrativo) e i laboratori presenti sul territorio regionale. Senza contare la sospensione delle prenotazioni già effettuate che non potranno essere soddisfatte, mettendo ovviamente in grave difficoltà le strutture, ma soprattutto il diritto alla salute dei pazienti che, dopo aver atteso la data utile di erogazione, non potranno accedere al servizio offerto dalle strutture private accreditate. E tanto meno otterranno risposte dalle strutture sanitarie pubbliche. Conclusione? <<Sarà a rischio il diritto alla salute dei cittadini, soprattutto dei meno abbienti perché, in assenza di erogazione dal servizio pubblico, lieviterà la lista d’attesa per gli esami di laboratorio, mentre le strutture sanitarie private accreditate non potranno garantire esami urgenti e terapie salvavita, andando ad appesantire il servizio pubblico>>, si legge nei comunicati dei sindacati in rappresentanza delle strutture private accreditate che hanno già investito parecchio, in tecnologia e risorse umane. E tutto per far fronte alle esigenze del territorio anche durante il periodo pandemico, mancando quasi totalmente l’offerta pubblica.

Francesco De Martino


Pubblicato il 21 Marzo 2023

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