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“Il Partito Democratico a rischio implosione alla Regione”. Sarà vero?

Non naviga verosimilmente in acque tranquille la maggioranza di centrosinistra che alla Regione Puglia sostiene il presidente Michele Emiliano. E nonostante alla coalizione uscita vincente dalle urne, a settembre del 2020, si sia – come è noto – successivamente aggregata la pattuglia di 4 consiglieri su 5 del M5S. Infatti, a tenere sulla corda il governatore pugliese è il Gruppo del partito di maggioranza relativa, ovvero il Pd che, stante ai numeri, conta 16 consiglieri su 31 complessivi della nuova coalizione assembleare “giallo-rossa”. E nonostante questo, stante ad una recente dichiarazione di uno dei due consiglieri regionali barlettani del Pd, Ruggero Mennea (l’altro è il capogruppo Filippo Caracciolo), vi sarebbe “assenza di autorevolezza del gruppo Pd” all’interno della maggioranza e, in particolare, nel rapporto con il presidente Emiliano. Infatti, è stato lo stesso Mennea che, commentando l’esito di un incontro del Gruppo di cui è parte nell’aula barese di via Gentile, svoltosi lunedì scorso e convocato per chiarire i rapporti tra il Pd, Emiliano e le liste civiche, ha affermato che ci sarebbe il “rischio della sua implosione insieme a tutta la maggioranza”. Infatti, ha riferito Mennea con una nota, durante la “riunione del gruppo Pd” in Consiglio regionale pugliese “nulla è stato chiarito”. “Nell’incontro di lunedì scorso – ha precisato poi Menna – vi è stata solo una semplice presa d’atto che i problemi già evidenziati non sono ancora stati affrontati” e “la verifica politica chiesta già tre settimane fa, dopo la discutibile e discussa nomina di Rocco Palese in Giunta regionale, ad oggi è ancora lettera morta”. Pertanto, ha aggiunto il consigliere Dem della Bat, “nulla di quanto richiesto” dal Gruppo (nel corso di un incontro svolto – come si ricorderà – alla presenza del segretario regionale, Marco Lacarra, e dei parlamentari pugliesi del Pd) “è stato avviato”. Richieste  rammentate ed elencate nella nota da Mennea e che vanno dalla “criticità dei rapporti (ndr -del Pd) con le liste civiche” sui territori, soprattutto in vista delle amministrative nei centri chiamati prossimamente al voto, fino alla “verifica politico-programmatico su alcuni temi dirimenti, quali la sorte dei lavoratori legati al bando mensa ospedaliera, l’autismo, i diritti civili e sociali, il piano energetico, l’attivazione del piano regionale dei rifiuti, la nuova legge del piano casa, l’attuazione del Pnrr e l’uso politico improprio dell’Arpal”. “E come se non bastasse – ha proseguito Mennea – sullo sfondo imperversano numerose vicende giudiziarie che coinvolgono dirigenti e politici regionali”. Perciò, per il consigliere regionale Dem che ha denunciato l’ennesimo incontro del Gruppo andato a vuoto, “questo immobilismo e il procrastinarsi di questa drammatica situazione nello scenario sempre più fosco causato dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina mettono a nudo l’assenza di autorevolezza” del Pd pugliese ed “il rischio della sua implosione” alla Regione. Parole che – se non prive di fondamento – dovrebbero allarmare sia il vertice regionale del partito che il governatore Emiliano, ma che in realtà forse non preoccupano minimamente né uno né l’altro, poiché già in passato i diversi malcontenti interni al Gruppo del Pd alla Regione Puglia non hanno prodotto le reazioni paventate. Infatti, per i Dem pugliesi è stato così nel corso di tutta la prima legislatura a presidenza Emiliano e lo è stato anche ultimamente per altre questioni, come quella dell’ingresso in Giunta alla Sanità di uno degli esponenti di punta (Rocco Palese) dell’ex governo pugliese di centrodestra guidato, a suo tempo, da Raffaele Fitto.

E’ possibile, invece, che i vari fuochi interni al partito pugliese di Enrico Letta covino sotto la cenere perché sullo sfondo ci sono le elezioni politiche decise del 2023 e, medio tempore, ci dovrebbe essere il congresso regionale del partito e la nomina del segretario che dovrebbe poi prospettare alla segreteria nazionale le candidature dem pugliesi per la Camera e per il Senato. Eventi, questi, per entrambi i quali il condizionale è d’obbligo, considerato che il congresso regionale del Pd avrebbe dovuto svolgersi da tempo ed invece non si sa ancora neppure se e quando questo sarà celebrato; mentre per le prossime candidature pugliesi da presentare al Parlamento è difficile ipotizzare che possano essere effettivamente decise solo a livello locale. D’altronde, un partito di maggioranza relativa alla Regione, che non riesce neppure a far rispettare determinati punti essenziali della propria azione politica con il governatore che ha contribuito ad eleggere ed un suo stesso esponente in Consiglio regionale ne denuncia “l’assenza di autorevolezza”, quale considerazione potrebbe avere effettivamente in sede romana, ai fini della scelta delle nuove candidature per Camera e Senato? Situazione, questa, che è sicuramente utile ad Emiliano, che evidentemente è colui che da tempo ha realmente il controllo del partito di Letta in Puglia. Al di là di ogni altra ragionevole ipotesi e di chi invece si illude, forse, che i fatti stiano diversamente.

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 10 Marzo 2022

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