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“Ha agito correttamente secondo la dottrina del Vangelo”

“Il parroco di Lucera, se i fatti stanno in quel modo, ha agito correttamente. Padrini e madrine non sono mica complementi di arredo”: lo dice don Nicola Bux, noto e autorevole teologo e soprattutto consultore vaticano nella Congregazione per il Culto Divino e l’amministrazione dei Sacramenti. Dunque di battesimi, comunioni e cresime si intende. Don Bux difende il parroco di Lucera. Il sacerdote, finito nell’occhio del ciclone, ha impedito a un signore unito in matrimonio civile con una divorziata di fare il padrino di cresima.

Don Nicola, il parroco ha detto no. Un uomo unito in matrimonio civile con una donna divorziata non può fare il padrino..

“Il parroco, se le cose stanno così, si è comportato bene, ha agito correttamente. Questo non lo dico io, ma la dottrina e il Catechismo della chiesa cattolica”.

Perchè?

“Perchè padrino o madrina non sono complementi di arredo, ma hanno un compito vero, quello di essere guide e testimoni di fede per il battezzando, il cresimando o chi fa la comunione. Un uomo che vive in matrimonio civile con una donna divorziata si trova in una situazione irregolare e dunque non può essere coerente testimone della fede e del vangelo che con quella scelta platealmente rinnega. Come fa ad essere garanzia di vita cristiana uno che si trova ina situazione apertamente difforme a quella richiesta dal vangelo? Il problema è che oggi tanti confondono il testimone di nozze, con il ruolo di padrino o madrina”.

Perchè il parroco viene criticato o attaccato?

“Perchè spesso si perde di vista la reale funzione del padrino, o anche perchè ci si crea un Vangelo a propria misura e relativizzato, a proprio comodo. Esiste un diffuso analfabetismo religioso e una certa dose di presunzione nell’ avanzare queste critiche”.

Ma i sacerdoti non devono anche adeguarsi ai tempi?

” Il prete e il parroco non sono i padroni della chiesa e della dottrina, ma semplici amministratori e di questo devono dare conto a Dio, senza creare niente di nuovo. Non possiamo o dobbiamo inventare nulla, e questo vale anche nella liturgia”.

  E’ stato lamentato un contrasto col documento papale Amoris Laetitia..

“Non è così e chi lo fa sbaglia. Il prefetto per la Congregazione della dottrina della fede, proprio qualche giorno fa, ha detto con chiarezza che il divorziato risposato civilmente non può accostarsi alla comunione e dunque  la dottrina non cambia. Ha dunque ribadito quello che già è chiaro da tempo. Quanto al documento invocato, a sproposito, non sta scritto in nessuna parte del testo che sia possibile dare la comunione al divorziato risposato civilmente. Il parroco di Lucera, dunque, ha agito correttamente, ha rispettato dottrina e catechismo. Il padrino o la madrina siano lo specchio di una vita cristiana e il divorziato risposato civilmente per la sua scelta non lo è “.

Bruno Volpe


Pubblicato il 31 Maggio 2017

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