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Emiliano: “Il disastro per questioni economiche”. Ferrotramviaria: “La Regione ha le sue colpe”

La strage provocata dallo scontro fra treni sulla tratta a binario unico Andria-Corato del 12 luglio scorso, in cui vi sono stati 23 morti e numerosi feriti, non sarebbe accaduta se la Ferrotranviaria, ossia la società che gestisce in concessione il servizio sulla linea ferroviaria locale Bari-Barletta, avesse adottato tutte le misure di sicurezza che sulla tratta in questione si sarebbero dovute applicare. E’ questa la sintesi del ragionamento che il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha fatto ieri mattina durante un incontro con alcuni famigliari delle vittime dell’incidente ferroviario dello scorso luglio in Puglia. Infatti, per il governatore pugliese l’installazione del Sistema di controllo marcia treno (Scmt) sulla tratta a binario unico, dove sono morte ben 23 persone nello scontro tra due convogli della Ferrotramviaria, era stata rinviata dall’Azienda che gestisce la linea solo “per una questione economica”. “Il massimo della sicurezza possibile era raggiungibile – ha detto Emiliano – con un investimento modesto” di “poche centinaia di migliaia di euro” e “ora su questo si giocherà la questione giudiziaria”. Emiliano, nel corso di un incontro ha spiegato pure che il rinvio dell’installazione del sistema Scmt legato al raddoppio della tratta è un “ragionamento che non va bene, non può andare bene”, perché –  ha sottolineato il governatore –  “banalmente, secondo la logica dell’impresa che gestisce la linea, siccome era stato finanziato il raddoppio, il Scmt sul binario unico sarebbe dovuto poi essere smontato e rimontato sul binario doppio”. “Parliamoci chiaro – ha esclamato Emiliano – in questo caso ciò che era possibile è stato reso facoltativo. Cioè il massimo della sicurezza possibile era raggiungibile con un investimento modesto” ed “ora su questo si giocherà la questione giudiziaria”. “La difesa dirà – ha fatto ancora presente l’ex pm antimafia ora a capo della Regione Puglia – che la norma non obbligava a montare il Sistema controllo marcia treno, lo hanno già detto. Altri (ndr – chi, se non la stessa Regione?) diranno che i treni comprati con i soldi della Regione avevano già il sistema Scmt e che sarebbe bastato un investimento di poche centinaia di migliaia di euro per dotare la linea a monobinario di Scmt”. Tuttavia – ha aggiunto Emiliano alle sue considerazioni sulla vicenda –“esiste un principio nel nostro ordinamento che obbliga chi esercita attività pericolose, e questa certamente lo è, ad adottare tutte le misure” di sicurezza, “non solo quelle previste dalla legge, ma tutte quelle rese necessarie dalla particolare condizione di esercizio di quella attività”. E’ “inimmaginabile che con quella intensità di traffico” si usasse ancora solo “il blocco telefonico”, ha commentato il governatore pugliese, che ha aggiunto: “Il sovraccarico della linea è tale da consigliare l’adozione di misure di sicurezza anche supplementari” ed ha concluso le sue considerazioni affermando: “Secondo il mio giudizio una norma di prudenza avrebbe dovuto prescrivere un rafforzamento delle misure di sicurezza. Il Scmt, ovviamente, ma c’erano anche altre possibilità, anche meno costose” di questo. Parlando, poi, dell’eventuale processo sullo scontro fra i due treni, Emiliano ha dichiarato che l’Ente da lui rappresentato “si costituirà parte civile nei confronti di chiunque, fosse anche qualcuno parte della Regione Puglia” stessa, precisando che “se per ipotesi vi dovessero essere responsabilità anche da parte di qualcuno di noi, eserciteremo il diritto-dovere di costituirci parte civile, e di approfondire la verità”. Nell’incontro al quale erano presenti alcuni dei famigliari delle vittime ferroviarie sulla Andria-Corato, Emiliano ha, inoltre, detto: “Capisco il dramma di chi si sente responsabile di questo incidente, però si devono rendere conto che in questo momento l’unica cosa che può restituire un minimo di fiducia alle persone che hanno patito un evento del genere è ricostruire la verità”. Il presidente della Regione Puglia, rivolgendosi ai parenti delle vittime, ha aggiunto pure che “qualunque cosa dovesse servire al collegio dei difensori delle persone offese, la Regione è a disposizione. Ovviamente con grande discrezione perché siamo in una situazione di imbarazzo: dobbiamo comprendere fino in fondo – ha precisato il governatore – se all’interno della struttura organizzativa della Regione tutto abbia funzionato come si deve oppure no”. “E questo – ha commentato ancora Emiliano – dovremo farlo senza guardare in faccia a nessuno”. “La nostra disponibilità alla collaborazione – ha pure sottolineato Emiliano – è una vostra facoltà, decidete se avete bisogno di noi” per affrontare il processo. “Noi – ha spiegato ancora Emiliano – siamo disponibili a fare riunioni con il collegio dei difensori per fornire tutte le informazioni necessarie, tutti i documenti ove alcuni non dovessero essere stati ancora consegnati all’Autorità giudiziaria”. “Insomma – ha poi concluso il Presidente della giunta regionale – a fare quello che una Pubblica Amministrazione deve fare in questi casi: consentire con trasparenza a tutti di sapere quello che è successo”. Quasi immediata la risposta alle dichiarazioni di Emiliano da parte della “Ferrotranviaria Spa” che, con una nota diffusa nel tardo pomeriggio di martedì, ha voluto subito precisare che su quanto dichiarato dal Presidente della Regione Puglia “è necessario fare alcune puntualizzazioni senza intento polemico, ma solo ai fini di riportare la questione nei termini della corretta informazione”. Infatti, nella nota la Società di esercizio della linea Bari-Nord rileva: “Tutta l’infrastruttura gestita da Ferrotramviaria è di proprietà della Regione Puglia. I rapporti tra le parti sono regolati da un contratto di servizio nel quale è previsto che la sola attività di manutenzione spetti a Ferrotramviaria, la quale in quanto soggetto attuatore della Regione Puglia può solo provvedere all’esecuzione dei lavori, decisi dalla stessa Regione e con i fondi da essa stanziati. Quindi, Ferrotramviaria non può decidere autonomamente sulla scelta delle opere da realizzare”. “Del resto – si afferma ancora nella nota – la Regione Puglia era a conoscenza dell’evoluzione dei lavori in corso, come affermato in un comunicato stampa diffuso il 12 luglio scorso”. E dopo detta premessa, non certo irrilevante, l’Azienda di esercizio ferroviario nella stessa nota afferma: “Bisogna dare atto, comunque, alla Regione Puglia di avere investito oltre 80 milioni di Euro sul sistema Scmt della propria rete ferroviaria e si appresta a investire almeno altri 150 milioni per attrezzare tutta la rete regionale, che si estende per oltre 700 km”. E, proseguendo, osserva: “È quindi difficile comprendere come si possa affermare che bastavano poche centinaia di migliaia di euro per eseguire detti lavori sulla rete gestita da Ferrotramviaria” e convenendo con il governatore pugliese che “esiste un principio nel nostro ordinamento che obbliga chi esercita attività pericolose ad adottare tutte le misure”, la Ferrotranviaria fa poi presente che dette misure “potevano essere adottate dalla Regione Puglia, proprietaria dell’infrastruttura, in accordo con l’Ustif, ovvero l’organo di vigilanza e controllo del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. “Infine, – conclude la nota dell’Azienda di gestione – è appena il caso di ricordare che la Ferrotramviaria è presente sul territorio regionale dal 1937. E’ stata la prima ferrovia nel Mezzogiorno d’Italia, nel 1965, a elettrificare la rete ed è stata sempre considerata un fiore all’occhiello dell’imprenditoria pugliese, anche dalla stessa Regione Puglia”. Come a voler dire ad Emiliano che nell’incidente ferroviario dello scorso 12 luglio anche la Regione dovrebbe farsi carico delle proprie responsabilità. Ossia, in altri termini, che non sempre chi scaglia la prima pietra e senza peccato.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 26 Ottobre 2016

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