Cultura e Spettacoli

Da ingegnere chimico a produttore cinematografico

 

Un ingegnere chimico foggiano, dal 1994 ha lasciato la Puglia, e armi e bagagli si è trasferito a Roma dove con successo è diventato produttore cinematografico. Non solo, ma ha prodotto per la sua casa Bielle Re un ottimo docufilm su Vittorio Cecchi Gori, dal titolo Una famiglia Italiana. Parliamo di Giuseppe Lepore che abbiamo intervistato.

Da ingegnere chimico a produttore cinematografico…

“Vi deludo, la mia prima attività, anche nel campo della sicurezza industriale la continuo. E solo che mi piace il cinema e allora associo le sue cose”.

Da poco la sua casa Bielle Re ha girato un eccellente docufilm su Vittorio Cecchi Gori e la sua dolorosa storia. Il lavoro su Sky e presto Rai 1, è molto valido, la qualità ci sta tutta…

“Diciamo che non abbiamo dimenticato i particolari, tutto studiato con attenzione e protagonisti di eccezione, personaggi che hanno vissuto con Cecchi Gori, penso quelli dello sport, cioè Ranieri, Antognoni, Mancini, o del cinema quali Benigni, Banfi, Pieraccioni, e della vita privata come Valeria Marini e Maria Grazia Buccella, colei che non ha mai rinnegato Vittorio Cecchi Gori. La Rusic non ha invece voluto partecipare”.

Quale lo scopo di questo progetto?

“Rivelare un pezzo della storia del nostro Paese attraverso uno dei protagonisti. Abbiamo parlato dei Cecchi Gori dalla nascita, al massimo impero sino alla caduta e tutto si è intersecato con la storia d’Italia”.

Che idea si è fatto di Vittorio Cecchi Gori?

“Ha i suoi errori e difetti, tuttavia ritengo che sia stato trattato troppo pesantemente, esagerati i domiciliari, una vicenda sovradimensionata e come sempre accade, chi lo ha elogiato nel benessere e chi era con lui nella buona sorte, lo ha abbandonato subito”.

Lei è pugliese, qual è lo stato del cinema da noi?

“Direi buono, si girano parecchi film anche perché Apulia Film Commission lavora con impegno. Attualmente per tutti la situazione con la pandemia non è rosea e se ne avvantaggiano solo le grandi piattaforme televisive. A mio parere questa pandemia è gestita in modo esagerato e, almeno i cinema e teatri, pur nel rispetto delle norme di prudenza, perché occorre essere cauti, potevano rimanere aperti”.

Bruno Volpe


Pubblicato il 4 Settembre 2021

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