Correva il 2 luglio del 2010 quando il nostro giornale, di fronte all’ennesimo assassinio di mafia (che coincideva con il dodicesimo morto ammazzato in provincia di Foggia, dall’inizio di quel terribile anno di sangue e di violenza) titolava: “Basta con gli indugi: la Direzione Investigativa antimafia in Capitanata”.
Il tema è tornato di lancinante attualità qualche mese dopo, di fronte all’impressionante escalation di violenza criminale che insanguinò il Gargano, spingendo gli stessi vertici dell’antimafia pugliese ad ammettere che la pericolosità mafia garganica era stata sottovalutata. E’ solo della scorsa primavera la dichiarazione del procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, Antonio Laudati, che commentando una brillante operazione operata sulla Montagna del Sole ebbe a dire: “Un fenomeno, quella della mafia del Gargano per molto tempo sottovalutato, ma oggi che la Squadra Stato si è rimpossessata del territorio, ha ridato fiducia alla tanta gente onesta che ha scelto ora di stare, appunto, dalla parte dello Stato”.
Lo Stato sembra aver finalmente acquisito la consapevolezza di quanto sia importante e decisivo per la Puglia Settentrionale disporre di un presidio antimafia sul territorio. La visita in Capitanata del ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, non è stata vana. Al termine di una riunione con gli esponenti dell’associazione anti racket di Vieste il ministro ha annunciato l’apertura sul Gargano di una sede della Direzione Investigativa Antimafia (DIA). L’esponente del governo Monti si è perfino sbilanciata: “Ora è ufficiale – ha detto ai giornalisti -, il Gargano avrà la sede della DIA, un’ istituzione che il territorio aspettava da tempo, perché vogliamo che questa terra bellissima debba rialzare la testa”. Stando ai rumors circolati a Vieste, la sede del Distretto lnvestigativo Antimafia sarà effettivamente dislocata sul Gargano e non nel capoluogo: verrà istituita con molta probabilità a Manfredonia.
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Pubblicato il 12 Ottobre 2012
