Cronaca

Batìk, una tecnica per avvicinare gli italiani alla lavorazione del cotone

Lenzuoli, tovaglie e borse; e ancora, maglie, giacche e pantaloni. Tutti realizzati con l’affascinante tecnica del Batìk, un metodo di lavorazione tradizionale dei Paesi africani. Questa tecnica – che affonda le radici in Asia, soprattutto in Indonesia – è alla base dei lavori artigianali dei migranti dell’albergo diffuso ‘Casa Sankàra’, nei pressi di San Severo. A dare vita a queste vere e proprie opere d’arte sono ragazzi provenienti da Senegal, Benin, Mali, Costa d’Avorio, Togo, Gambia e Marocco, che insegnano i segreti di questa arte anche agli italiani. Sono i 22 ospiti del centro d’accoglienza, impegnati in attività d’integrazione alternative alla vita del ghetto tra San Severo, Foggia e Rignano Garganico: nell’ambito dell’iniziativa ‘Bollenti Spiriti’ della Regione Puglia, è stato realizzato il progetto ‘Batik Ghetto Out’, dedicato ai ragazzi africani che hanno deciso di abbandonare la baraccopoli, per trasferirsi a Casa Sankara e imparare a realizzare i lavori artigianali. Si disegna sul cotone con una matita e si alternano colori, cera, acqua calda e tiepida. I lavori possono essere acquistati sia nell’Albergo Diffuso – lungo la Statale 16 -, sia nelle rivendite del commercio equo e solidale. A ottobre ripartono i corsi, il mercoledì e il venerdì, le informazioni si possono trovare sulla pagina facebook di Casa Sankara.


Pubblicato il 1 Settembre 2015

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