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A 29 anni dall’omicidio, Episcopo: “Ribellarsi a violenza e omertà”

La memoria di Francesco Marcone per le giovani generazioni

29 anni dall’omicidio di Francesco Marcone. Quest’anno il 31 marzo, giorno dell’anniversario, coincide con Pasqua e sono state anticipate le celebrazioni della memoria. Era tardo pomeriggio quando, nel 1995, nell’atrio del suo condominio, il direttore dell’Ufficio del Registro fu ucciso.  Dopo quasi trent’anni, nessuna verità sugli autori di quell’omicidio. Ritornano in mente le parole del procuratore aggiunto Antonio Laronga in un incontro all’Università di Foggia. Foggia era stata da poco sciolta per mafia, al tavolo dei relatori c’erano, fra gli altri, l’allora presidente d dell’antimafia Cafiero De Raho, il procuratore Vaccaro e Don Ciotti, presidente di Libera. Il magistrato parlava di atti giudiziari sul delitto Marcone e del circuito della società civile.

 

Nei giorni scorsi Daniela Marcone ha evidenziato l’evoluzione della cosiddetta “Quarta Mafia” a proposito di alcuni criminali che hanno deciso di collaborare con la giustizia. Un tema che ha sempre analizzato, da vicepresidente di Libera, dagli anni ’90 a oggi. “È importante guardare questo percorso in tutte le sue sfaccettature- ha scritto in un post sui social- in prospettiva per il futuro e in modo positivo. La scelta di collaborare di persone che hanno ricoperto ruoli centrali e appartengono a sodalizi impenetrabili, lascia pensare a un possibile cambiamento di prospettiva nel contrasto alle mafie dell’intera provincia di Foggia. Il primo dei risultati da attendersi è il disvelamento di verità importanti per l’intera comunità provinciale”.

 

 

Nella mattinata di ieri, è stata deposta una corona di fiori accanto alla stele che ricorda le vittime delle mafie e della criminalità in via Nedo Nadi. Successivamente, si è tenuto un incontro presso l’istituto Einaudi con l’Agenzia delle Entrate. Presenti Daniela e Paolo, i figli di Marcone, il vescovo mons. Giorgio Ferretti, le autorità istituzionali, i vertici regionali e locali dell’Agenzia delle Entrate e della DIA, una delegazione di Libera, i colleghi che hanno ricordato il sacrificio e la rettitudine di un funzionario dello Stato onesto e coraggioso.

 

La sindaca Maria Aida Episcopo, in rappresentanza della città insieme all’intera giunta comunale, ha sottolineato l’importanza della cerimonia. “Dovrà essere proposta ogni anno e dovrà continuare a cementare la coesione sociale e il senso di comunità per reagire e a ribellarsi, con forza e determinazione alla violenza e all’ omertà”. Ha insistito sull’importanza e della memoria “da tramandare generazione dopo generazione. Anche se i giovani nel 1995 non c’erano, devono sapere che una pagina della loro città è stata funestata da quest’omicidio di cui non si conoscono gli artefici”. Quando successe il fatto, Episcopo si trovava a poche decine di metri di distanza: “Le immagini delle sirene spiegate, dello sgomento, delle urla prima e del silenzio poi sono ancora nitide nella mia percezione. La città è ancora ferita e sofferente per la verità che ancora non è emersa dopo quasi tre decenni. Quel delitto deve riguardare ognuno di noi e non può essere circoscritto a una sfera familiare e privata”.

 

 

“La città è diversa oggi, c’è stato un risveglio delle coscienze – ha detto Paolo Marcone – forse è stato anche il nostro costante impegno a chiedere verità ogni anno”. Daniela Marcone ha richiamato la necessità di “fare tutti la nostra parte. Non è solo retorica, c’è bisogno di un terremoto nelle nostre coscienze”.

 

Dopo la cerimonia in via Nedo Nadi, la commemorazione si è spostata presso l’aula magna dell’istituto Einaudi. È stato organizzato un incontro degli studenti con l’Agenzia delle Entrate, un momento di formazione “nella convinzione che l’educazione alla legalità fiscale sia un obiettivo fondamentale che le scuole devono raggiungere, per favorire nei giovani consapevolezza del valore della legalità fiscale”.

 

Così la dirigenza del Notarangelo-Rosati, uno dei tanti istituti che ha partecipato alla giornata per vittime di mafia svoltasi a Roma il 21 marzo. Come ogni anno, è stata organizzata dall’associazione Libera che, da tempo, svolge sul territorio e nelle scuole un percorso di “antimafia sociale”. Dieci sono i pullman partiti da Foggia, Manfredonia, S. Severo e S. Marco in Lamis per rinnovare l’impegno.

 

Paola Lucino


Pubblicato il 26 Marzo 2024

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