Cultura e Spettacoli

Venivano da lontano, portavano doni

Con l’arrivo dei Magi davanti alla grotta di Betlemme, il diorama natalizio si completa. Nei presepi viventi Gaspare, Melchiorre e Baldassarre fanno apparizione solo oggi, mentre nei diorami queste tre figure sono presenti già dal primo giorno d’installazione. Essendo il presepe una rappresentazione ‘statica’ (al di là di artifici meccanici che possono animare fabbri, pastai, figuli, falegnami ed altri figuranti), anche i Magi dovrebbero obbedire alla legge dell’immobilità che vale per tutti, dal Bambinello all’ultimo dei pastori. Ma per i puristi i Magi costituiscono un’eccezione. Stando alla tradizione, i Magi s’incamminano verso la Grotta partendo la notte di Natale da un imprecisato punto d’Oriente (il quale punto, assegnando al dromedario la capacità di percorrere fino a 150 km al giorno disterebbe da Betlemme poco meno di 2000 km). Ed ecco il problema: come rappresentare quella che viene chiamata la ‘cavalcata dei Magi’, soggetto che ha ispirato numerosi pittori ? – celebre il ciclo d’affreschi realizzato nel 1459 da Benozzo Gozzoli, allievo di Beato Angelico, e ospitato all’interno di palazzo Medici Riccardi a Firenze – La soluzione consiste nel collocare i tre astrologi nel punto del presepe più distante dalla grotta, avendo poi cura di far fare loro un passetto in avanti ogni giorno fino all’Epifania. Un presepe degno di questo nome, dunque, deve prevedere un percorso ad hoc e che per ragioni di spettacolo sia tortuoso e in discesa. Tanto impone alle spalle della Grotta la presenza di ripiani scenografici disposti a gradinata, con effetto ‘montano’. Tale caratteristica segna il confine tra presepe non barocco e presepe di gusto napoletano. In quest’ultimo infatti il movimento dei Magi non è cercato giacché si privilegia l’orizzontalità a scapito della profondità di campo. Ma se il presepe è di quelli alla buona ? Spazi ridotti o l’assenza di percorsi all’interno del diorama riducono il movimento dei Magi ad una cavalcata millimetrica di insignificante valore scenografico. Tant’è che disinvolte interpretazioni della tradizione suggeriscono un rimedio casareccio di dubbio gusto : far partire la cavalcata da un punto esterno al presepe. Ciò significa vedere il magico terzetto dare inizio al proprio viaggio dall’alto di un armadio per poi scendere ‘a valle’ passando per comò, tavoli, sedie, tappeti… Infine una curiosità : che fine fecero i Re Magi? In soccorso ci viene Marco Polo nel trentesimo capitolo de ‘Il Milione’ : “In Persia è la città ch’è chiamata Saba, (oggi il villaggio iracheno di Dakan Sorkn – n.d.r.) da la quale si partiro li tre re ch’andaro adorare Dio quando nacque. In quella città son soppeliti gli tre Magi in una bella sepoltura e sonvi ancora tutti interi con barba e co’ capegli : l’uno ebbe nome Beltasar, l’altro Gaspar, lo terzo Melquior. Messer Marco dimandò più volte in quella cittade di quegli tre re : niuno gliene seppe dire nulla, se non che erano tre re soppeliti anticamente”. – Nell’immagine il trittico dei Magi facente parte del Presepe di Corte conservato nella Reggia di Caserta.

 

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 6 Gennaio 2023

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