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Scompare un pezzo immenso della chiesa foggiana

Don Michele De Paolis non c’è più, e con lui se ne va un pezzo immenso della chiesa foggiana, di quella chiesa che era testimonianza vivente di impegno sociale e civile, di solidarietà militante e che attraverso la vita, la parole, l’opera sprigionava speranza e carità.
Il vuoto che lascia è davvero incolmabile, e la sola consolazione davanti alla sua dipartita e che è vissuto abbastanza per vedere tante sue creature ormai mature, a partire dalla Comunità Emmaus che fondo negli anni Settanta, in pieno clima post-conciliare.
Prete scomodo per eccellenza, don Michele ha intrecciato profondamente la sua esistenza con la storia della città che oggi può contare sulle opere realizzate da lui e dalla sua comunità: il villaggio di Emmaus, il villaggio del fanciullo in viale Candelaro. L’eredità che lascia è tuttavia importante non soltanto dal punto di vista delle opere materiali e tangibili: la cosa più importante è l’eredita spirituale, morale, culturale, annunciata in libri, interviste, incontri ma soprattutto nel quotidiano servizio della sua missione pastorale. Speriamo che la città sappia raccoglierla e metabolizzarla. Con il ritorno alla casa del Padre del grande sacerdote salesiano la città è ancora più triste, grigia e buia.
I funerali di don Michele si terranno questo pomeriggio alle ore 15,30 nella Chiesa di San Guglielmo e Pellegrino. Ieri sera la comunità Emmaus si è stretta attorno al suo indimenticabile fondatore in un momento di preghiera, presso il villaggio.
Geppe Inserra


Pubblicato il 31 Ottobre 2014

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