Cronaca

Ritmi insostenibili e turni massacranti: infermieri in guerra. Per ora è solo un sit-in

Ritmi insostenibili, reparti sguarniti e turni massacranti agli ospedali Riuniti di Foggia, dove la pianta organica è ferma da una decina di anni e dove le rotazioni del personale sono l’unico modo per contenere i disagi. Ma i dipendenti non ce la fanno più, in più occasioni lo hanno detto, ed ora tornano a gridarlo con la speranza che qualcosa si muova. Ancora una volta le organizzazioni sindacali denunciano la grave situazione e chiedono interventi. Il segretario territoriale Fsi Achille Capozzi, e il segretario provinciale NurSind Foggia, Giuseppe Giampietro, in una nota rivolta alla direzione generale del policlinico e al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, inviata qualche giorno fa, hanno evidenziato le gravi emergenze che gli Ospedali Riuniti subiscono da troppo tempo. “Ne va dell’assistenza – ha affermato Achille Capozzi -, della qualità del lavoro, del servizio in corsia che una volta veniva garantito senza se e senza ma”. Così senza pensarci hanno deciso di mettere per iscritto tutte le loro lamentele e le loro richieste con la speranza che la direzione generale del policlinico non rimanga indifferente ai loro appelli. “Ormai è noto alla direzione della grave carenza di personale infermieristico, tecnico, ostetrico, – ha dichiarato Giuseppe Giampietro – al punto che risulta assolutamente impossibile programmare turni di lavoro con un minimo di sicurezza” “La direzione finora ha fatto spallucce, perché tutta concentrata sulle prossime nomine” ha polemizzato il segretario del NurSind. La riorganizzazione delle attività delle sale operatorie, effettuata dalla direzione di presidio di concerto con il servizio infermieristico, qualche anno fa ha prodotto una riduzione del numero di ore di lavoro straordinario e una riduzione del numero di giornate di pronta reperibilità del personale, grazie ad un organico adeguato. “Conseguentemente a tale riorganizzazione, – ha aggiunto Capozzi – si registrò un incremento del numero di interventi chirurgici, riduzione delle liste di attesa e dei tempi di degenza, tutto a favore dell’efficienza e quindi dei degenti”. Da un paio di anni però i dipendenti stanno vivendo una situazione insostenibile poiché il numero di infermieri è stato notevolmente ridotto rispetto alle unità operanti all’epoca della riorganizzazione. Inoltre è aumentato il numero di giornate di pronta reperibilità ed il personale viene sottoposto a turni estremamente stressanti, tanto che si sta registrando, oramai da tempo, un incremento delle giornate di permesso prese dal personale per malattia. “Chi ne sopporta le conseguenze, in ultima analisi, è sempre l’utenza. – ha voluto sottolineare Giampietro -. La Direzione ha aperto nuove strutture e a pensare ad aprirne di ulteriori, affossando ancora di più la organizzazione del personale”. Un esempio per tutti cita il sindacalista: la nuova struttura di Rianimazione dove il personale opera ormai da mesi “con carichi di lavoro a dir poco stressanti”. Sul versante delle ferie la musica non cambia, preventivarle è estremamente difficile, dovendo il nosocomio prevedere turni di lavoro con una singola unità infermieristica in servizio. “Significa che dopo quindici giorni di calendario di ferie – ha incalzato Giampietro – al rientro ci si dovrà sobbarcare immediatamente dei raddoppi di turno, e quindi – ha aggiunto – come se i dipendenti non fossero mai stati in ferie”. Il personale in servizio presso l’Azienda Ospedaliera di Foggia si è visto attribuire una fascia economica dopo ben tre anni, assai diversa da quanto stabilito dal contratto di lavoro e da quanto accade nella ASL di Foggia. Altro motivo, questo, di grande frizione ha spiegato il responsabile del NurSind: “Un lavoratore del Riuniti è sottoposto a un lavoro maggiormente stressante e guadagna molto meno di un collega pari qualifica in servizio presso l’Azienda sanitaria foggiana”. Questi i motivi per cui i sindacati F.S.I. e Nursind sono scesi in piazza lunedì scorso, esponendo le loro ragioni in un sit-in pacifico all’interno del nosocomio foggiano. La Direzione è stata sollecitata ad assumere infermieri nel numero di posti resisi vacanti, è stata chiesta l’immediata riformulazione della dotazione organica del personale di assistenza in rapporto alle reali esigenze, come pure il pagamento delle spettanze al personale chiamato a svolgere lavoro straordinario entro il mese successivo a quello effettuato, non dopo 4 mesi, se tutto va bene. Altra richiesta delle due sigle sindacali è quella del ripristino delle giornate di pronta reperibilità del personale entro i limiti stabiliti dal Contratto di Lavoro (6 giorni al mese pro-capite), infine andrebbe riformulato il piano organizzativo delle Sale Operatorie, tenendo conto delle attuali risorse. “Speriamo che al più presto – hanno auspicato i due sindacalisti – si possa avere una programmazione del piano delle ferie senza che comporti una riduzione del personale presente nel turno di lavoro, l’attribuzione di una fascia retributiva al personale escluso dall’ultima attribuzione; il saldo produttività anni 2008-2009-2010-2011 e l’acconto dell’anno 2012 così come da contrattazione integrativa”. La Direnzione generale, dal canto suo, dopo il sit-in di lunedì scorso, ha fatto sapere ai sindacati che entro questa settimana saranno chiamati per un confronto per discutere quali decisioni prendere per risolvere il problema. I sindacati per tutta risposta, se entro quindici giorni, non saranno convocati ad alcun confronto, scenderanno nuovamente in piazza. Solo che questa volta lo faranno con forme di protesta più dure. “E’ una minaccia?” chiediamo a Giampietro e Capozzi. “E’ una promessa” rispondono all’unisono. Dato lo stato critico in cui versa la categoria, c’è da crederci. Tiziana Cuttano


Pubblicato il 29 Maggio 2012

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