Cultura e Spettacoli

Pale eoliche, il dibattito si fa infuocato

A molti agricoltori le pale eoliche hanno risolto ogni problema economico. Quei coltivatori adesso non devono più rompersi la schiena, né perdere la testa dietro pastoie burocratiche o avvilirsi cedendo ai ricatti della grande distribuzione: Semplicemente, vivono dei (notevoli) proventi che derivano dalla presenza dell’impianto all’interno della loro proprietà. Ma gli ambientalisti protestano. Qualche volta si mette di mezzo anche la Forestale, che interviene a mettere sotto sequestro pale eoliche posizionate lungo le rotte migratorie di alcune specie di uccelli. E’ guerra fratricida all’interno della grande famiglia dei difensori dell’ambiente. Da un lato chi vuole energia pulita a qualunque costo, dall’altro chi tiene per il paesaggio e contrasta sia l’inquinamento acustico che la moria di volatili. Quest’ultimo aspetto del problema, la strage a danno dell’avifauna, è oggetto di un dibattito infuocato. I sostenitori dell’eolico non negano la realtà: la rotazione delle pale uccide quegli uccelli che abbiano la sfortuna d’incapparvi, tuttavia in numero limitatissimo. Un piccolo ‘sacrificio’ necessario a garantire alla stessa avifauna areali meno inquinati, perciò più idonei alla conservazione delle specie. Chiacchiere, si sentono rispondere: In presenza di vento forte quelle pale possono girare così  vorticosamente da dare l’impressione di non esistere. Facile allora per un uccello non vederle o comunque essere risucchiato dal vortice d’aria. E che ad essere intrappolata sia una rondine o un nibbio non fa differenza. L’impatto disintegra quei corpi e facilita il ‘lavoro’ a terra di ratti, volpi, gatti e cani inselvatichiti i quali fanno sparire le carcasse dando l’impressione di un danno limitato. E poi i ‘filari’ di pale eoliche sottraggono territorio agli uccelli, creano un effetto barriera che obbliga gli stormi a giri molto più lunghi, al prezzo di un superiore dispendio di energie che alla lunga si rivela fatale. Ancora i fautori dell’energia eolica scuotono la testa: I danni all’avifauna andrebbero considerati sul lungo e non sul brevissimo periodo. In altre parole, si dia agli uccelli il tempo necessario all’acquisizione per via genetica del senso di pericolo rappresentato dalle pale eoliche e in capo a venti generazioni questi impianti diverranno assai meno letali di cacciatori e pesticidi. Indipendentemente da questo, però, quegli impianti restano uno sconcio sul piano paesaggistico. E chi vive nelle vicinanze dei parchi eolici, poi, si lamentano di un ronzio esasperante, di cefalea, irritabilità, insonnia. Ci sono poi torri che prendono fuoco, che perdono le pale, che attirano i fulmini, che scagliano blocchi di ghiaccio… Qualcuno prova a mediare: E se si puntasse sul mini-eolico? Un piccolo impianto piazzato in cima ad ogni stabile per produrre l’energia necessaria a far funzionare un’autoclave produrrebbe limitatissimo danno acustico, non oltraggerebbe alcunché sul piano paesaggistico (a quello provvede già  la città) e, in ragione della sua collocazione, metterebbe assai poco in pericolo l’avifauna.

Italo Interesse


Pubblicato il 9 Luglio 2016

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