Cronaca

Chiude l’unico dormitorio d’emergenza a Foggia

Dalla domenica di Pasqua è stato chiuso il dormitorio d’emergenza, allestito, grazie all’entusiasmo e alla disponibilità di Padre Luigi Martella, presso la Parrocchia di Sant’Alfonso dai ‘Fratelli della Stazione’, con il sostegno della Fondazione Banca del Monte ‘Siniscalco Ceci’ e l’ausilio dell’ATAF. Sessanta le persone, tra cui anche alcuni cittadini italiani, che si sono alternate nei quindici posti letto messi a disposizione nei locali parrocchiali, e che hanno potuto beneficiare anche del servizio doccia e della colazione servita dagli instancabili volontari della Chiesa di Sant’Alfonso.
Sulla chiusura del dormitorio e sulla possibilità di una pronta riapertura con il sostegno (questa volta) dell’Ente comunale, nessun candidato a Sindaco ha sinora speso una parola, forse perché chi vive in stazione non vota, non ha pacchetti di voti da promettere, né ambisce ad una poltrona in Consiglio.
Si tratta di migranti, spesso irregolari, oppure di cittadini italiani che, avendo perso la residenza anagrafica, sono finanche privi dei diritti sociali e politici.
Di loro la politica, soprattutto in campagna elettorale, non si occupa quasi mai ed è per questo motivo che, cinque anni dopo la provocatoria candidatura virtuale di Antonio Barbone, i ‘Fratelli della Stazione’ tornano ad invocare l’attenzione di chi si candida a guidare la città sui problemi di chi vive all’addiaccio.
Un luogo caldo e accogliente dove sostare la notte, un altro dove ricominciare un percorso di vita, dei bagni e delle docce pubbliche per mantenere una dignità e presentarsi puliti a un colloquio di lavoro, un rappresentante dei cittadini stranieri che partecipi alle decisioni che li riguardano: queste le esigenze che i migranti e i senza dimora ricordano ogni sera ai volontari dell’associazione foggiana e che i ‘Fratelli della Stazione’ intendono far presente a chi ambisce a rivestire la carica di Sindaco di Foggia.


Pubblicato il 1 Maggio 2014

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