Cultura e Spettacoli

A Poggio Imperiale gli albanesi

Fondato nel 1992 da Stephen Coles, il Gerontology Research Group (GRG) effettua ricerche documentali per individuare chi ha superato i 110 anni di età. I dati in possesso di questo Istituto dicono che il record di Jeanne Calment, la donna francese vissuta per 122 anni e 164, è insidiato solo da Kane Tanaka la giapponese nata il 2 gennaio 1903 e ancora in vita. Fino a tre giorni fa ad affiancare la Tanaka c’era anche la nostra Maria Giuseppa Robucci o Nonna Peppa, come tutti chiamavano l’ultracentenaria che, nata il 20 marzo 1903 a Poggio Imperiale, vi si è spenta all’età di 116 anni e 90 giorni dopo essere stata a lungo la donna più longeva d’Europa. Il suo segreto? Una volta disse d’aver sempre mangiato “poco e sano”, tenendosi lontana da alcool e fumo (ma mettiamo pure in conto un certo Fattore C). Quando muore un ‘supercentenario’, categoria nella quale si entra a 110 anni, si dice che insieme a lui se n’è andato un pezzo di storia. Ciò che ha dell’incredibile nel caso di nonna Peppa e che con lei se n’é andata quasi la metà della storia di questo micro centro abitato (2677 abitanti) posizionato a tre chilometri da Lesina. Questo perché la storia di Poggio Imperiale comincia solo nel 1759, anno in cui Placido Imperiale, Principe di Sant’Angelo dei Lombardi e proprietario d’un vasto feudo comprendente diversi territori ricadenti nel territorio di Lesina, attratto dalla bellezza di un poggio, decise di costruirvi una grande masseria avvolta da case coloniche. Era nata Poggio Imperiale, per popolare la quale il principe fece arrivare famiglie (individuate non sappiamo sulla base di quali criteri) da San Marco in Lamis, Foggia, Bari e Francavilla Fontana e da due comuni del Molise : Bonefro e Portocannone (CB). Ugualmente, le braccia non bastavano. Placido Imperiale, allora, accolse 17 famiglie albanesi, per complessive 89 persone, originarie di Scutari e rifugiatesi a Pianiano (erano esuli di religione cattolica costretti alla fuga dal fanatismo religioso del pascià di Scutari). Di lì a poco a queste prime famiglie se ne aggiunsero altre venti ancora di Scutari (altre 75 persone). Separatamente sopraggiunse un gruppo di albanesi di religione ortodossa. Nel giro d’un paio d’anni Poggio Imperiale si era trasformata in un villaggio a forte maggioranza albanese. Ma tale stato di cose ebbe vita breve. Una parte degli albanesi, che non aveva trovato di proprio  gradimento il sito sia per la malaria che per la scoraggiante accoglienza della comunità italiana, ritornò a Pianiano già nel 1761, fatta eccezione per due famiglie. Gli albanesi non giunti con la colonia di Pianiano emigrarono verso Roma un anno dopo, delusi dallo scarso raccolto e fiaccati dal rigore dell’inverno. Venne poi da Barletta la famiglia Mauricchi originaria di Scutari e altri da altre località, che conservarono lingua e usanze. Di quel particolare momento storico resta traccia nella toponomastica cittadina: Via Albanesi…

Italo Interesse

 


Pubblicato il 21 Giugno 2019

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