Votazioni in Camera di Commercio, la spaccatura dei sindacati agricoli
L’accordo sarebbe chiuso con la vicepresidenza a Coldiretti
Si vota il 6 giugno per rinnovare gli organismi della Camera di Commercio di Foggia e le associazioni agricole risultano divise per quanto riguarda la scelta del presidente e del vicepresidente. Si tratta di Cia Capitanata, Confagricoltura, Copagri e Confcooperative Foggia che se la prendono con Coldiretti, “responsabile”, a loro dire, di aver già stretto un accordo per la dirigenza dell’ente, a dispetto dell’unità delle associazioni di categoria e del confronto. In un comunicato congiunto, le quattro sigle esprimono dissenso per come si starebbero tessendo le alleanze che, praticamente, sancirebbero una governance non condivisa sia come presidenza che come giunta. “In Capitanata le aziende agricole attive nei registri della Camera di Commercio di Foggia rappresentano il 51% del totale delle imprese iscritte, a testimonianza della strategicità del settore per l’economia provinciale”, dichiarano le associazioni critiche con l’assetto che si andrebbe disegnando.
Parlano di “logica personalistica” di Coldiretti e di una divisione che, dice il presidente di Confagricoltura Schiavone, “ci porterà a prendere decisioni in maniera del tutto autonoma, e che avranno effetti su ogni terreno su cui andremo a confrontarci. Chi ha provocato la spaccatura se ne assumerà la responsabilità”.
Contattato dal Quotidiano di Foggia, il presidente provinciale di Coldiretti, Mario De Matteo, è netto: “Non rilascio alcun commento”. L’associazione agricola va dritta per la sua strada e il 6 giugno si vedrà.
Dopo le varie proteste che hanno coinvolto quest’anno il mondo agricolo – fra trattori in piazza e sigle sindacali nel mirino- è possibile che qualcuno pensasse a una presidenza attinta proprio da questo settore. Del resto, manca da vari decenni un presidente di Camera di Commercio espressione del settore. Ma il punto di equilibrio sarebbe stato trovato sul nome di Pino Di Carlo, già presidente di Confindustria nonché espressione di Confcommercio. Dunque i numeri, e la maggioranza (fra Confindustria, Confartigianato, Coldiretti e altri) avrebbero già trovato la loro quadra e per il mondo agricolo in Camera di Commercio di Foggia quel che ci sarebbe da accordare – secondo una logica di numeri, di rappresentanza e anche di fatturati, probabilmente- è, appunto, la vicepresidenza.
Possibile che in una provincia in cui l’agricoltura ha tanto peso, sia per prestigio di associazioni antiche, sia per essere, come si dice, il granaio d’Italia, pur con tanti e nuovi problemi, si arrivi alla spaccatura?
La vicepresidenza di Cciaa, in base all’accordo criticato dai colleghi, andrebbe a Marino Pilati, direttore di Coldiretti, un nome che, secondo fonti del settore, è quasi certo. Le restanti sigle agricole con Confcooperative, rivendicano: “Le aziende validate dalla Regione Puglia, in capo a Cia, Confagricoltura e Copagri rappresentano il 60% delle aziende agricole iscritte alla Camera, ovvero 9.425 su 15.946; numeri a cui vanno aggiunti i dati di Confcooperative Foggia. Per questo appare quanto meno singolare parlare di accordo tra categorie sulla base di una presunta intesa raggiunta con la sola Coldiretti”.
Criticano anche la candidatura per la presidenza: “È stata finora più avanzata sui giornali che non presentata in modo esplicito ai tavoli di confronto. Se non ci sarà un cambio di registro il mondo agricolo di Capitanata non si sentirà rappresentato nella Cciaa di Foggia e Coldiretti si assumerà la responsabilità politica, per ragioni di poltrone, di aver rotto quell’unità di azione che ha caratterizzato l’ultima fase dell’azione di rappresentanza dell’agricoltura a livello nazionale”.
Va ricordato che a Foggia tocca anche la presidenza di Unioncamere Puglia nel momento in cui, scaduto il mandato da presidente della Camera di Foggia per Damiano Gelsomino, resta in capo al capoluogo dauno la guida dell’ente regionale per altri due anni.
Paola Lucino
Pubblicato il 4 Giugno 2024