Cultura e Spettacoli

Vorace e invincibile: il Pesce Siluro

A meno di tre settimane dalla sua cattura il pesce siluro pescato nel Po (una bestia da 127 kg, lunga 267 cm.) continua a fare notizia. Non è la prima volta che il Silurus glanis, questo gigantesco pesce d’acqua dolce appartenente all’ordine Siluriformes, fa parlare di sé. Originario dell’Europa orientale, è stato introdotto in Italia alla fune degli anni ’70 diffondendosi nei bacini del Po e dell’Adige; più recentemente è stato introdotto nell’Adda, nell’Arno e nel Tevere. Un’iniziativa rovinosa. Il declino di specie come tinca, luccio e storione e l’introduzione di altre specie estranee agli habitat italiani come il carassio e la breme hanno favorito più d’ogni aspettativa l’insediamento del pesce siluro. Improvvisamente in cima alla catena alimentare delle specie ittiche d’acqua dolce in Italia, il Silurus si sta rivelando dannosissimo. Al sicuro da qualunque predatore e voracissimo (il suo fabbisogno giornaliero in pesce è pari al 2% del peso corporeo; e siccome è raro che un esemplare di questa specie pesi meno di cento chili…), il pesce siluro è ora fonte di problemi e di impatti drammatici sulle nostre specie autoctone, specie al nord Italia. La sua invincibilità è nella presenza ai lati della bocca di barbigli, appendici cutanee con funzione sensoriale. Grazie ai barbigli il Silurus può individuare le sue prede sia al buio che in presenza di torbidità elevata. E poiché non disdegna cacciare anche a pelo d’acqua, non sorprende che una percentuale significativa nella dieta degli esemplari più grossi sia rappresentata da piccoli mammiferi e uccelli acquatici. Il problema è tale che da più parti si invoca la totale eradicazione della specie. Ma se già è difficile – passando dall’acqua alla terra ferma – eliminare i cinghiali che si sono riprodotti in modo esponenziale dopo il dissennato piano di reinsediamento avviato negli anni ’80, ripulire i nostri fiumi di ogni pesce siluro è sogno irrealizzabile. Di contro, questo sogno di eradicazione non piace a chi della pesca ha fatto il suo hobby. Per quanto la carne del pesce siluro non sia particolarmente apprezzata in Italia (ma lo è in Romania, tant’è che molti rumeni vengono a pescare questo pesce da noi), non esiste da noi pescatore sportivo che non sogni d’essere immortalato intorno ad uno di questi giganti da due, tre metri. In Puglia non vedremo mai il pesce siluro. Meglio così. Un predatore come quello rappresenterebbe la fine per le magre popolazioni ittiche dei nostri già malridotti fiumi. E altrettanto rovinoso si rivelerebbe il Silurus nel maggior bacino d’acqua dolce della nostra terra: il lago di Occhito. Nell’enorme invaso artificiale creato con uno sbarramento sul Fortore e che per dieci chilometri segna il confine tra Puglia e Molise al momento si pesca da Dio: il peso medio delle carpe è di quindici chili… A nessuno venga in mente di immettere a Occhito una coppia di quelle bestiacce.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 21 Marzo 2019

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