Cultura e Spettacoli

Villaggio Santa Barbara, la fiaba a lieto fine

Sono più di cento i borghi-fantasma in Italia, villaggi e paesini abbandonati per ragioni diverse : guerra, emigrazione, dissesti geologici, sfortunate congiunture economiche… L’elenco pugliese contempla Roca Nova (una frazione di Melendugno), Monteruga (un villaggio rurale alla periferia di Veglie), San Nicola Imbuti (un idroscalo sul lago Varano) e Rione Fossi, ad Accadia. Fino a qualche anno fa sarebbe stato il caso di aggiungere il Villaggio Montecatini, un complesso di abitazioni sito in contrada Polverino – località Quadrone – nel territorio di San Giovanni Rotondo. Non è più il caso, ora, dal momento che quel piccolo complesso edilizio recentemente è stato restituito a nuova vita. Ma andiamo con ordine. Era il 1937 quando, dopo la scoperta di tre importanti giacimenti di bauxite a poca distanza da San Giovanni Rotondo, si dava inizio allo sfruttamento di quell’importante risorsa (dalla bauxite si ricava l’alluminio, di cui l’Italia non poteva approvvigionarsi sul mercato estero per via delle Sanzioni votate a nostro danno dalla Società delle Nazioni dopo la sciagurata campagna d’Etiopia). La miniera pugliese si rivelò un eccellente investimento, anche sul piano occupazionale. Circa duecento fra braccianti, artigiani e pastori individuati in loco vennero ingaggiati e ‘formati’ da minatori fatti venire apposta da Marche e Toscana. La produzione toccò l’apice nel 1941 con 280mila tonnellate di bauxite (quel materiale, imbarcato a Manfredonia e spedito allo stabilimento di Porto Marghera per la lavorazione, fruttò 70mila tonnellate di alluminio). La Montecatini, la società individuata dal Regime per lo sfruttamento di quella miniera, fece costruire a poca distanza da questa un villaggio per lavoratori battezzato Santa Barbara in omaggio alla protettrice dei minatori. Il villaggio ospitò i minatori sino al 1973, anno in cui l’impianto estrattivo venne chiuso. Villaggio Santa Barbara venne quasi immediatamente abbandonato. Involuto in ricovero per barboni e tossici, andò subito in degrado. E sarebbe andato in rovina sino al punto di non ritorno e nell’indifferenza delle Istituzioni se un volitivo imprenditore locale, Donato Placentino, non si fosse offerto con l’aiuto della sua famiglia di rilevare quei fabbricati cadenti, rimetterli a nuovo e farne un agriturismo. Dalla vecchia mensa sono state ricavate la sala ristorante con bar e una sala più piccola destinata alla prima colazione ; le costruzioni adiacenti sono state adibite ad albergo, a dimora della famiglia imprenditrice e ad altre destinazioni (una di queste prevede l’allestimento di una mostra permanente sul lavoro in miniera). Nei terreni circostanti il Villaggio gli stessi imprenditori producono olio, vino e cereali e allevano animali. Quella di Villaggio Santa Barbara è una fiaba a lieto fine. Sorto sotto i migliori auspici (lo sviluppo industriale, l’occupazione), quel complesso di case aveva conosciuto una svolta così avvilente che nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul suo rilancio. Ma esistono ancora imprenditori appassionati e lungimiranti. Il miracolo dell’ex villaggio Montecatini è la conferma di un’incoraggiante inversione di tendenza qui in Puglia : Si sta tornando alla terra e i giovani si rimboccano le maniche, reagiscono al fatalismo endemico.

Italo Interesse


Pubblicato il 1 Maggio 2018

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