Via Francigena, una risorsa per creare nuovi sbocchi occupazionali
Cattedrali, santi, preghiere, un cammino lento, spesso faticoso, carico di misticismo e spiritualità. La via Francigena, ovvero la strada che proviene dal regno dei Franchi, via millenaria percorsa nei secoli da mercanti, religiosi, sovrani, pellegrini in marcia verso Roma, il cui ostinato incedere proseguiva, poi, sovente verso la Terrasanta, oppure, all’inverso, risalendo verso la Galizia, in direzione Santiago de Compostela. Un percorso che ancora oggi attira migliaia di persone nei luoghi più suggestivi del nostro Paese. Proprio degli antichi itinerari di fede, con un particolare focus sulle nostra realtà locale, si è discusso il 28 dicembre scorso all’interno della conferenza dal titolo “Vie Francigene di Puglia. Heritage religioso, cultura popolare e turismo sostenibile” tenutasi presso il centro studi universitari “Daunia Academy” di Foggia.L’incontro, organizzato dalla delegazione pugliese del collegio universitario “Villa Nazareth” di Roma, ha visto come animatori della tavola rotonda Federico Massimo Ceschin, vicepresidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, già fondatore della Bitrel, la “Borsa Internazionale del Turismo Religioso, dei Pellegrinaggi e dei Cammini”, e Domenico Bracciodieta, vicepresidente nazionale di Federcultura, con delega al Mezzogiorno. “La Puglia, terra di santuari, conventi, abbazie, chiese ed eremi – ha evidenziato Ceschin, veneto d’origine, ma foggiano d’adozione – rappresentava un nodo di transito obbligato, dal momento che il territorio era attraversato da due arterie a scorrimento veloce quali la via Appia e la via Traiana, in grado di collegare – attraverso una serie di strade secondarie, sentieri e tratturi – l’Oriente con l’Occidente”. Un patrimonio storico – artistico, quello del Tavoliere, che può costituire una risorsa fondamentale per creare nuovi sbocchi occupazionali per giovani operatori culturali: “Si pone oggi la necessità di creare una rete di cooperazione fra Regione ed enti locali, comuni e province: soltanto rinunciando ai propri campalinismi e ad una visione autoreferenziale, la Daunia potrà valorizzare al meglio il proprio museo diffuso sul territorio, avvalendosi degli ingenti fondi messi a disposizione dell’Unione Europea”. Un appello, condiviso dai due relatori, che è un grido d’allarme ma anche una speranza che affonda le radici nel valore emozionale ed esperienziale che i percorsi tracciati dalle vie Francigene possono garantire ai pellegrini del Terzo Millennio lungo i sentieri pugliesi.
Pubblicato il 31 Dicembre 2015