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“Urban Innovative Actions”, il rione Candelaro verso il cambiamento

L’Amministrazione comunale di Foggia si è candidata ad ottenere dall’Unione Europea i fondi per il progetto “Urban Innovative Actions”, che punta a costruire un cambiamento sociale al quartiere Candelaro, sostituendo le politiche assistenzialiste con processi che promuovano percorsi di micro economia sociale, dando vita ad uno strumento autogestito di sviluppo, integrazione e riqualificazione urbana per i residenti del quartiere, attraverso processi virtuosi di individuazione dei bisogni, coinvolgimento ed animazione delle attività. Si tratta di un progetto che ha lo scopo di mettere in campo strumenti finalizzati ad alleviare il degrado sociale ed urbano, principali fonti dei problemi che attanagliano il quartiere Candelaro, per il quale il sindaco Franco Landella ed il consigliere delegato alle Politiche comunitarie, Salvatore de Martino, coadiuvati dallo staff del Servizio Pianificazione, assieme agli altri partner dell’iniziativa, hanno immaginato che gli stessi residenti possano diventare i protagonisti del rilancio della periferia nord della città, puntando sull’identità del territorio a partire dalla valorizzazione dei prodotti tipici locali ma più in generale creando una filiera di azioni, che portino a modalità di lavoro e, materialmente, prodotti ben identificabili attraverso un brand con la costituzione di una cooperativa di quartiere, un percorso unico in Puglia. “Il Comune di Foggia prosegue il suo lavoro sul fronte dei finanziamenti diretti dall’Unione Europea – dichiara il sindaco di Foggia, Franco Landella – con un progetto pensato dall’Amministrazione comunale di Foggia e realizzato in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università di Foggia, l’APS Sacro Cuore, i Fratelli della Stazione, la Legacoop e la Compagnia delle Opere. L’approccio della proposta progettuale ha una valenza assolutamente innovativa, dal momento che intende spingersi fino a costruire, accompagnando e sostenendo fattivamente questo processo, nei residenti del quartiere la consapevolezza di potersi riappropriare di un ruolo da protagonisti nel contesto cittadino. Il progetto ha come protagonisti tutti gli attori del territorio, a cominciare dalla Pubblica Amministrazione, che accetta la sfida di confrontarsi con i cittadini e le associazioni che vivono e conoscono il territorio, in termini di opportunità, di problemi e di potenzialità – puntualizza il primo cittadino –. Intendo ringraziare lo staff delle Politiche Comunitarie e del Servizio Pianificazione del Comune di Foggia, che è riuscito ad individuare e mettere intorno ad un unico tavolo gli stakeholders che oggi sono parte di questo importante progetto”. “Si tratta di una ottima opportunità – dichiara il prof. Agostino Sevi, direttore del Dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell’ambiente – che coniuga il nostro impegno nella ricerca scientifica alla necessità di tutelare prodotti e realtà territoriali. Allo sviluppo di questo progetto, noi come Università di Foggia, prenderemo parte in due modi: attraverso la formazione di esperti e di figure professionali in grado di sostenere la portata scientifica del progetto; e quindi attraverso la costituzione di un vero e proprio brand che custodisca, protegga e promuova i prodotti locali e i notevoli sforzi produttivi che portano al loro confezionamento. Si tratta di un sistema di co-progettazione che l’Università di Foggia ha già sperimentato in diverse altre fasi e in diversi altri momenti, ma che ci fa molto piacere utilizzare ancora per questa piattaforma in partnership anche con l’Amministrazione comunale”.“Centrale nel progetto sarà il recupero e la successiva funzionalizzazione dell’ex scuola “Manzoni” di via Petrucci, da tempo abbandonata e lasciata al degrado. In particolare le aree esterne alla struttura saranno adibite a verde pubblico, mentre i locali interni verranno resi funzionali in base alle esigenze della costituenda cooperativa di comunità. Nel quartiere Candelaro si registra la maggior concentrazione di povertà a livello urbano, un alto tasso di disoccupazione e dispersione scolastica e la proposta di costituire una cooperativa di comunità deriva proprio dalla scelta di attuare un approccio diverso alle problematiche della povertà urbana, dell’integrazione sociale e della disoccupazione. I fondi comunitari che abbiamo richiesto, pari a circa 5 milioni di euro, rappresentano l’80% del finanziamento totale, mentre il restante 20% sarebbe a carico dei partner del progetto”, conclude De Martino.


Pubblicato il 6 Aprile 2016

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