Cultura e Spettacoli

Università di Foggia, Michael Spence al Teatro Giordano

«L’economia globale deve affrontare grandi sfide. Sarà interessante coinvolgere la comunità degli studenti in questa discussione. Parlando del crescente livello di interconnessione attraverso flussi di merci, capitali, persone e più in particolare di dati, informazioni e conoscenze, dinamiche che ci hanno reso tutti dipendenti dalle condizioni e dalle tendenze dell’economia globale. Le persone avvertono come una perdita di controllo, una dipendenza da forze e processi che vanno al di là delle competenze e delle possibilità reali dei governi dei Paesi in cui vivono. Ci attendono grandi sfide. La crescita limitata dalla carenza di domanda aggregata, la crescente disuguaglianza, la disoccupazione, la globalizzazione che produce benefici irregolari, le tecnologie digitali che riducono posti di lavoro, il debito che paradossalmente ha alimentato una crescita insostenibile, il cambiamento climatico e altre questioni relative alla capacità del pianeta di sostenere la crescita e una popolazione in aumento. Non vedo l’ora di discutere di queste sfide con gli studenti, i docenti e la comunità di Foggia, credo che rispondere alle loro domande sia un buon modo per dare un senso al nostro incontro». Questo il pensiero del prof. Michael Spence, insignito del Premio Nobel per l’Economia il 14 dicembre 2001 a Stoccolma dalla Reale Accademia di Svezia, ospite d’onore oggi del Festival della Ricerca e dell’Innovazione dell’Università di Foggia (ore 10, al Teatro Comunale Umberto Giordano in piazza Cesare Battisti). Insieme ai colleghi economisti americani George Akerlof e Joseph Stiglitz, Spence si è aggiudicato il Nobel per i suoi studi sull’informazione asimmetrica, ossia sul funzionamento dei mercati che dispongono di più informazioni di altri, con conseguenti distorsioni sull’economia reale (ra i casi presi in considerazione anche l’economia dei flussi migratori dell’umanità, le ricchezze che si spostano e le povertà che si accumulano sempre negli stessi punti e zone geografiche del mondo). Ma soprattutto la sua immagine – l’immagine del ritiro del Premio Nobel da parte di Akerlof, Stiglitz e Spence – è legata inevitabilmente al post Ground Zero. A novanta giorni dall’attentato alle Torri Gemelle di New York (11 settembre 2001), il mondo attendeva una risposta anche sostanziale rispetto alla strategia del terrore che stava cercando di imporre l’integralismo islamico e soprattutto in merito alle conseguenze che potevano riverberarsi sull’economia soprattutto dei Paesi occidentali. E’ la risposta è stata appunto quella di indicare la strada di una economia veramente sostenibile individuando come Nobel tre scienziati che stavano da anni studiando l’effetto delle diseguaglianze sui mercati del mondo.


Pubblicato il 21 Maggio 2016

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