Cronaca

Un bel giorno Lucera scoprì di essere povera

Che la crisi abbia investito tutto e (quasi) tutti è chiaro e lampante. Il tessuto sociale è rimasto pesantemente sconvolto dall’assenza di credito, dal totale annullamento dell’economia conseguente ad una disoccupazione senza precedenti (una stima molto approssimata, in quel di Lucera, è definita ad oltre il 25%) e ad una pressione fiscale assurda che non controbilancia ad un servizio statale sempre più invisibile e scadente.

I piccoli sistemi economici, come quelli che possono essere rappresentati da realtà come la città di Lucera, stanno riscontrando fenomeni che mai, dal secondo conflitto mondiale ad oggi, si erano mai verificati nel centro federiciano.

Tante attività commerciali chiudono, le aziende chiudono e la popolazione, che invecchia sempre più, si ritrova spesso sola ed abbandonata. I giovani vanno via ed intere generazioni mancano all’appello. E’ frequente incontrare per le vie della città un anziano disabile sulla settantina che, sulla sedia a rotelle, elemosina qualche centesimo per strada e che con le sole braccia, si appende ai cassonetti della spazzatura per cercare qualcosa con cui cenare. Uno scenario assolutamente nuovo, che disturba – e di molto – le coscienze di chi per anni ha visto Lucera come un’isola felice, raffrontata ad altre realtà di Capitanata. Si sbagliavano. L’immigrazione fa si di vedere sempre più spesso polacchi e rumeni recuperare dalla spazzatura panni, cibo e ferraglie. Insomma c’è poco da stare allegri ed il peggio, a quanto pare deve ancora venire.

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Pubblicato il 15 Novembre 2012

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