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Trivelle alle Tremiti, Emiliano: ”La revoca del decreto sarebbe un bel gesto”

“Il 22 dicembre il Governo decide di rilasciare un permesso di prospezione alle Tremiti. Le Tremiti sono pugliesi e anche abruzzesi, anzi, credo che siano dell’intera umanita’. Se la potevano anche risparmiare. In un momento in cui stiamo cercando di ritrovare l’intesa tra un governo del Pd e nove Regioni del Pd, un po’ di prudenza non sarebbe male. L’eventuale revoca del decreto di ricerca sulle Tremiti sarebbe un bel gesto, che secondo noi aiuta”. Cosi’ il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a margine del convegno ‘Connettere l’Adriatico’, in corso a Pescara.  Emiliano ricorda che “per ora il ministero dello Sviluppo economico si difende dicendo che quelli erano i tempi della procedura e non potevano fare diversamente”. A questo, secondo il governatore, si aggiunge il fatto che, sul fronte emendamento alla legge di Stabilita’ e referendum, “quello che poteva essere un bell’annuncio di pacificazione generale, in realta’ e’ andato perso per ora, perche’ le Regioni hanno atteggiamenti diversi”.  “La procedura per evitare il referendum – aggiunge Emiliano – il Governo l’ha realizzata in modo autonomo, senza un accordo e senza una dichiarazione politica. Abbiamo capito che il Governo voleva evitare il referendum ed ha fatto un decreto. Devo dire che per come e’ andata adesso in Cassazione, lo si poteva forse fare un po’ meglio”. “Su tre quesiti l’emendamento ha accolto la volonta’ referendaria, su uno certamente no: quello della durata delle concessioni – ha concluso il governatore pugliese -. Poi ce ne sono due per cui il Governo, anziche’ accogliere la volonta’ referendaria, e’ andato in senso opposto e quindi ha determinato, secondo il costituzionalista che ci sta seguendo e anche secondo me, una teorica possibilita’ di conflitto di attribuzioni”. Istituire un’area marina protetta che comprenda le Isole Tremiti: e’ la richiesta che i Verdi hanno rivolto al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per bloccare le ricerche di idrocarburi ai fini di trivellazioni al largo delle stesse isole. Lo rendono noto con un comunicato i portavoce dei Verdi, Giobbe Covatta e Angelo Bonelli, ricordando che la petizione lanciata per salvare le Isole Tremiti dalle ricerche di idrocarburi ha superato le 50 mila firme. “Abbiamo chiesto al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che si e’ dimostrato molto sensibile nella difesa del mare dalle perforazioni petrolifere – dichiarano nella nota Covatta e Bonelli – di istituire, in base alla legge regionale sui parchi, un’area marina protetta che comprenda le isole Tremiti e l’area in cui e’ stato rilasciato il permesso alle ricerche. L’area marina che verrebbe istituita, infatti, e’ ricca di alghe quali l’Acetabularia Mediterranea e la Corallina Mediterranea, ovvero i rivestimenti di spugna, e ancora piu’ straordinario e’ inoltre il patrimonio ittico: dentici, orate, astici, aragoste, cefali, cavallucci marini”.  I due esponenti dei Verdi ricordano inoltre che nel decreto del Mise che autorizza le ricerche di idrocarburi col metodo ‘air gun’ “sia all’articolo 3 che all’articolo 5 si parla di ricerche finalizzate alle perforazioni e alla realizzazione di pozzi esplorativi. Il permesso – concludono Covatta e Bonelli – va fermato prima che inizino i lavori: solo cosi’ si potra’ tutelare un ambiente marino tra i piu’ suggestivi e ricchi dell’Italia. L’istituzione dell’area marina sarebbe una risposta a chi vuole mettere in pericolo le bellezze dei nostri mari”. “Quando le ricerche di petrolio saranno terminate il delicato ecosistema dell’Adriatico meridionale potrebbe essere irrimediabilmente danneggiato, compreso lo stupendo parco marino delle Isole Tremiti”. Lo sostiene in una nota il segretario generale della Cgil di Foggia, Maurizio Carmeno, riferendosi al decreto con cui il ministero dello Sviluppo economico ha autorizzato la societa’ Petroceltic Italia ad avviare le ricerche di idrocarburi al largo delle Tremiti. Carmeno ricorda che “al momento non ci e’ dato conoscere quali procedure utilizzera’ la societa’ concessionaria per le sue ricerche”, ma che “tra le attivita’ di prospezione rientrano quelle sismiche che utilizzano il cosiddetto ‘air gun’, una sorta di esplosione di una bolla d’aria sott’acqua che studi scientifici ritengono possa provocare danni e alterazioni spesso letali nelle specie marine, fino a chilometri di distanza”. A cosa serve, si chiede Carmeno, “cercare ancora combustibili fossili se tutto il mondo lavora per implementare le fonti energetiche alternative e rinnovabili, tra l’altro in una Regione che produce molta piu’ energia di quel che consuma?”. Il dirigente della Cgil manifesta inoltre dubbi sulle capacita’ economiche della Petroceltic Italia, cosi’ come richiesto nel decreto, poiche’ la casa madre irlandese sarebbe “vessata da debiti e accusata di frode e corruzione” e la societa’ “dopo la concessione di ricerca del governo italiano datata 23 dicembre 2015, si e’ messa alla ricerca di possibili acquirenti”.

 


Pubblicato il 16 Gennaio 2016

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