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Tributi, torna in scena la Mazal Global Solution

In ragione dell’Ordinanza numero 00182, con la quale il Tar Puglia lo scorso 24 marzo ha disposto la sospensione degli effetti della risoluzione del contratto tra Comune di Foggia e Mazal Global Solution Srl, il servizio di accertamento e riscossione dei tributi torna nella titolarità di Mazal Global Solution Srl – così come disposto dal Servizio Appalti e Contratti dell’Ente di Palazzo di Città – sino alla sentenza di merito, per la quale il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia ha già fissato l’udienza pubblica il 19 ottobre 2016. Sino ad allora, dunque, i cittadini dovranno tornare a servirsi della Mazal Global Solution Srl per il pagamento dei tributi.

L’accusa all’amministrazione Landella è dell’essersela cercata in qualche modo la bocciatura del TAR, “per aver rescisso il contratto agitando la pagliuzza e nascondendo la trave”. E’ il giudizio di Giuseppe Mainiero, capogruppo dei Fratelli d’Italia a Palazzo di Città e autore del primo esposto alla Procura della Repubblica sulla vertenza Aipa, nella frattempo diventata Mazal. All’indomani dell’accoglimento da parte dei magistrati baresi del ricorso di Mazal contro l’atto di rescissione del contratto con cui il comune di Foggia ha provveduto a fare fuori la società di riscossione, Mainiero convoca una conferenza stampa per tentare una spiegazione della sentenza ed illustrare quelle che a suo dire sono state le mancanze delle ultime due amministrazioni (centrosinistra e centrodestra) sulla vicenda. Mainiero ripercorre le tappe, a partire dall’affidamento, nel 2011, del servizio ad Aipa. “Il contratto era perfettamente legittimo anche se non condivisibile politicamente visto l’aggio oneroso in un comune alle prese col predissesto” rintuzza Mainiero spegnendo, così, sul nascere tanto le dichiarazioni ultime di “giubilo” del centrosinistra che le obiezioni di alcuni esponenti del centrodestra. “Ciononostante, continua il consigliere, questa amministrazione ha operato in perfetta continuità col passato, sorvolando sulle anomalie macroscopiche che si andavano perpetrando (su tutte, ricorda, il mancato riaffidamento dei tributi ad Aipa laddove, con il governo Monti, le imposte vennero modificate; il mancato rispetto del sinallagma contrattuale, l’accettazione retroattiva del subentro di Mazal, la mancata prosecuzione delle diffide che pure sono state mosse ad Aipa)  e riducendosi, a magistratura attivata, a contestare un aspetto risibile, bocciato anche dal Tar , come la mancata formalizzazione davanti ad un notaio, nei tempi previsti dalla legga, della proroga del fitto di ramo d’azienda tra Aipa e Mazal. Ed è questo, secondo il consigliere, l’aspetto che oggi avrebbero bocciato anche i magistrati baresi, ponendo il sindaco di fronte ad un bivio: sedersi ad un tavolo con la società per rinegoziare il rapporto con un aggio congruo o rimuoverla definitivamente con motivazioni valide, presenti a iosa secondo lui nella macrovertenza apertasi al Comune di Foggia. A partire dalla contestazioni che a livello nazionale la Procura di Milano ha fatto alla Mazal laddove ne ha contestato l’insufficienza del capitale sociale, sequestrandola e dandola in gestione a due commissari. “Ora è una scelta politica” provoca Mainiero che punta il dito sì contro i servizi Avvocatura e Contratti e Appalti ma anche contro il sindaco, che non avrebbe saputo tenere testa ai dirigenti. E contro i consiglieri, in particolare di maggioranza, silenti sul tema, escluso – tra l’altro, continua- anche dalla trattazione del consiglio comunale.


Pubblicato il 30 Marzo 2016

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