Cronaca

Tornano le tradizionali “Fanoje di San Giuseppe”

Musica, artigianato, enogastronomia, artisti di strada: lunedì 18 marzo 2019 le vie del centro storico di Monte Sant’Angelo, città dei due Siti Unesco, saranno illuminate dal calore dei falò, una tradizione per celebrare l’arrivo della primavera. In programma: al mattino la preparazione con le scuole, poi il concorso “disegno la tradizione” con gli Istituti scolastici, danza, artisti di strada, musica popolare con il duo Moffa-Pizzarelli e la chiusura con Giuliano Gabriele trio dal Lazio. Una tradizione in onore di San Giuseppe che simboleggiava, nell’immaginario collettivo, il passaggio dalla stagione fredda a quella mite. Attraverso un rito propiziatorio e purificatore si celebrava, appunto, l’arrivo della primavera. Ogni rione approntava la legna per l’accensione di queste imponenti cataste costituite da tronchi d’albero, vecchi oggetti, utensili stantii e stracci logori ammassati uno sull’altro per formare delle vere e proprie pire.  Alle ore 10:30 in Largo Dauno – Largo Tomba di Rotari – Piazza Mario di Leo, preparazione fanoja (in presenza delle scuole); alle ore 17, nella sala convegni della Biblioteca comunale “Ciro Angelillis”, la mostra concorso “Disegno la tradizione – La fanoja di San Giuseppe”; dalle ore 18, nel centro storico, il percorso itinerante “antichi mestieri” a cura del Comitato studentesco dell’Istituto superiore Giordani; alle ore 18:30, in Largo Dauno e Largo Tomba di Rotari, accensione fanoje, e itineranti le danze etniche “Agorart”; alle ore 19, itinerante, Fire dragon, giocolieri e sputa fuoco; alle ore 19, in Piazza de Galganis, presso il Mo…wine, l’apericena popolare con New project folk; alle ore 20, in Largo Tomba di Rotari, Giuseppe “Spedino” Moffa feat Antonio Pizzarelli in “Canzoni di provincia”, folk dal Molise; alle ore 20, in Piazza Mario di Leo, accensione fanoja e musica popolare; alle ore 21, in Largo Dauno, “danze di passione e malavita” con Giuliano Gabriele trio in concerto, musica popolare dal Lazio. Lo studioso delle tradizioni popolari Giovanni Tancredi, nel suo libro intitolato “Folclore Garganico” riporta, in occasione della vigilia di San Giuseppe, un aneddoto riguardante le “fanoje” che attesta quanto grossi ed alti fossero i fuochi in oggetto (intorno ai quali si beveva e si cantava) e soprattutto con quanta trepidazione i fanciulli attendessero la sera del 18 marzo: “Aijre sere vicina chese ann’appeccete la fanoj e li vampe allongasij arrevevene a li balcune. Po ce sime scalfete e amm cantete. Ij e l’alete uagnune sime sciute pe zeppele da na summene” (“Ieri sera vicino casa mia hanno acceso la fanoja e le fiamme, lontano sieno, arrivavano ai balconi. Poi ci siamo riscaldati e abbiamo cantato. Io e gli altri fanciulli siamo andati per legna da una settimana”).


Pubblicato il 9 Marzo 2019

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