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Terza bomba in due giorni a Foggia, sfida alla città o cos’altro?

La riunione di istituzioni, associazione antiracket (c’era anche il referente nazionale Tano Grasso) e forze dell’ordine, convocata all’indomani dell’attentato dinamitardo ai danni del negozio di tessuti e carte da parati Romano, in Via Michelangelo, per fare il punto sull’emergenza crimine a Foggia, ha ottenuto la sua risposta poche ore dopo con l’esplosione di un ordigno di Corso Garibaldi. Lo scenario che si è profilato agli occhi di carabinieri e polizia intervenuti sul posto praticamente lo stesso del giorno prima: saracinesca divelta, qualche calcinaccio e per fortuna nulla più. Nessun danno a cose e persone, ma il messaggio di sfida è apparso forte e chiaro. Alle 23 i locali occupati fino a qualche tempo fa dalla pizzeria “Fratelli La Bufala” erano chiusi. I lavori di ristrutturazione attualmente in corso parlano di una nuova attività prossima all’apertura, ma quel nuovo impulso imprenditoriale è stato segnato nel profondo dalla mano di chi forse ha inteso lanciare un nuovo segnale. Poche ore prima, durante il pomeriggio, Tano Grasso aveva messo al bando la serie di atti intimidatori che sta scuotendo la Capitanata: “la violenza la usa chi si sente debole” – aveva dichiarato, rivolgendo ancora una volta a commercianti e imprenditori il suo invito a denunciare gli episodi di estorsione. La risposta dell’associazione antiracket, l’appello al mondo imprenditoriale da parte del presidente della Camera di Commercio e i dati confortanti di Pippo Cavaliere che a nome della Fondazione Buon Samaritano aveva invitato tutti ad avere fiducia nulla hanno potuto. Alle 23 il nuovo boato ha squarciato il silenzio della città. Foggia è ormai sotto assedio. Anche se cresce la pattuglia di coloro in città che pensano che questi attentati dinamitardi siano opera di un gruppetto di imbecilli. A guardare per il sottile, quanto conviene alla criminalità organizzata essere sempre più “attenzionata”? Cosa che potrebbe avvenire a breve, se il ministro Alfano si deciderà a prestare orecchio alle richieste del sindaco Landella, mandando più uomini e mezzi, rimpolpando così lo striminzito organico delle forze dell’ordine. Perché far esplodere bombe in pieno giorno, perché distruggere una cabina elettrica? Perché fare un attentato dinamitardo contro un’attività commerciale che ancora deve nascere? I dubbi sono legittimi, bisogna ammetterlo. E comunque, mai sottovalutare, e fanno bene polizia e carabinieri a tener alta la guardia.
Tornando alla cronaca di martedì sera, sul posto sono arrivati i rappresentanti delle istituzioni. Il vicesindaco Ciccio D’Emilio ha dichiarato che la parte buona della società deve prevalere, mentre il consigliere comunale Giuseppe Mainiero ha chiesto a gran voce, telefonino alla mano, la presenza del prefetto.


Pubblicato il 20 Novembre 2014

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