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Termoli-Lesina, sollecitato un progetto alternativo

Per il raddoppio ferroviario della tratta Termoli-Lesina si dovranno valutare progetti alternativi rispetto a quelli presentati da Rfi, per accertare se esista una soluzione con minore interferenza con le varie componenti, inclusa la natura e la biodiversità.

E’ questa la conclusione a cui è giunto il ministero dell’ambiente dopo la valutazione di impatto ambientale effettuata dalla commissione via e vas.

Diverse le criticità evidenziate.

Prima fra tutte quella relativa al rumore nel centro di Termoli. Un problema che – sostiene il ministero – non può essere risolto soltanto attraverso il sistema delle barriere.

Per questo viene richiesto ad RFI di porre in essere “ulteriori opzioni risolutive e innovative che non si basino soltanto sul suo abbattimento attraverso metodi inadeguati e non più proponibili”.

Una piccola vittoria per il comitato civico Cittadini in rete di Termoli, da sempre contrario alle barriere anti-rumore. Un sistema giudicato inadeguato lungo la costa adriatica.

Adesso è anche il Ministero a riconoscere una serie di lacune, valutando in negativo l’integrazione documentale presentata da Rfi dopo la bocciatura, l’8 maggio scorso, del progetto di Raddoppio ferroviario.

Da qui le richieste di integrazione. Che riguardano anche la realizzazione di una galleria in territorio di Campomarino.

La commissione via e vas chiede inoltre che vengano effettuati di studi sugli ecosistemi presenti lungo il corso del tracciato ferroviario e verifiche sull’impatto dell’inquinamento acustico e luminoso sulla fauna.

Al momento Rfi preferisce non commentare poiché – fanno sapere – sono ancora in corso interlocuzioni con il ministero. Quest’ultimo tuttavia invita rete ferroviaria italiana a

a rispondere in modo puntuale alle osservazioni pubblicate sul sito delle valutazioni ambientali.

“Inammissibile che Costa continui a fermare  il Paese. La notizia del blocco del progetto di raddoppio della linea ferroviaria Termoli-Lesina che oggi è un residuato della preistoria ferroviaria è sconcertante. Da agenzie di stampa apprendiamo infatti che a nulla sarebbero valse le rimostranze contro il parere negativo della Commissione Via-Vas, che ha bocciato il raddoppio di quel tratto, unico rimasto a binario unico: a Rete Ferrovie Italiane sarebbero stati chiesti, infatti, ulteriori studi e progettualità alternative meno impattanti sul territorio, con minore interferenza verso la natura e l’uccellino ‘fratino’. Va da sé che ciò significherebbe allungare di altri lustri l’ammodernamento di un’opera infrastrutturale ferma al 1863, che taglia in due il Paese, impedendo la connessione tra Nord e Sud in termini di alta velocità ed alta capacità.

Mentre in Europa ci stiamo battendo per recuperare il gap infrastrutturale del Sud Italia, lavorando per inserire nella revisione delle reti Ten-T anche la parte adriatica del Paese, in Italia siamo governati da gente che si riempie ogni giorno la bocca di paroloni come sviluppo e sostenibilità, che si pavoneggia a salvatore dell’ambiente e dell’economia e poi ferma qualsiasi progetto infrastrutturale, condannando interi territori alla decrescita felice. Il Governo Conte Zingaretti Renzi parla troppo e non fa nulla, soprattutto impedisce agli altri di fare.Presenteremo un’interrogazione urgenteperché il caso venga affrontato in Parlamento. L’Italia non può impiccarsi al talebanismo ambientale di un Ministro inadeguato”. Così l’europarlamentare della Lega eletto al Sud, componente della Commissione Trasporti, Massimo Casanova, sulla bocciatura del progetto di raddoppio ferroviario Termoli – Lesina.

 


Pubblicato il 16 Ottobre 2020

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