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Sul Psr-Puglia lo scontro è anche tra le organizzazioni agricole

La Regione Puglia ha reso noto chele graduatorie della misura dedicata agli investimenti in attività extra agricole, la 6.4 del PSR Puglia 2014-2020, e del Pacchetto giovani per il primo insediamento degli under 40 in agricoltura, sono disponibili sul portale informatico del Psr-Puglia. “Si tratta – ha dichiarato l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leo Di Gioia – dei tanto attesi provvedimenti  di due delle misure più importanti del  Programma di sviluppo rurale”. “Ad essi – ha precisato l’assessore – seguiranno tutti gli adempimenti relativi alla verifica dei requisiti di ammissibilità, fase propedeutica all’invito ai giovani ad insediarsi e all’ammissione ai finanziamenti”. Ma non sarà di certo la pubblicazione di queste due graduatorie a fermare le proteste che giungono dal mondo agricolo pugliese nei confronti della Regione per i ritardi nell’attuazione del Psr e per il modo con cui sono stati riparti i fondi di detto Piano all’interno della Programmazione regionale che ancora non decolla. Proteste rivolte alla Regione sia dalle Organizzazioni professionali di categoria che dalle forze politiche di opposizione al governo regionale di centrosinistra a guida Michele Emiliano (Pd). Infatti, il capogruppo del M5S nell’aula barese di via Capruzzi, nonché vice-Presidente della commissione Ambiente, Cristian Casili, con una nota ha dichiarato: “L’agricoltura pugliese vive un dramma epocale. Dall’assessore Di Gioia continuiamo a sentire tante belle parole, ma è necessario rispondere con i fatti al grido di dolore sollevato dall’intero settore”. “L’impasse – ha rilevato poi Casili –  che sta interessando il Psr pugliese che vale 1,6 miliardi di Euro ha praticamente immobilizzato gli investimenti di centinaia di aziende, molte delle quali costrette a ricorrere ai Tar”. Ed a ciò, ha incalzato l’esponente penta stellato, “si aggiunge la disperazione del comparto olivicolo che, in provincia di Lecce, ha visto un crollo vertiginoso delle produzioni e un abbandono sempre più consistente delle campagne”. Ed ancora Casili sulla situazione salentina del comparto in questione: “Un’intera filiera olivicola compromessa che ha comportato la chiusura di diversi frantoi e la perdita di migliaia di posti di lavoro”. “Una situazione – ha commentato in fine il consigliere dei ‘5 Stelle’ che di professione è agronomo – diventata ormai insostenibile, ma che Emiliano e la sua giunta  continuano a sottovalutare, guardando dalla finestra il susseguirsi degli eventi”. Una vibrante protesta nei confronti della Regione e, in particolare, dell’assessore Di Gioia è giunta anche da Coldiretti-Puglia, che con il presidente, Gianni Cantele, ha ironicamente fatto presente: “Noi stiamo indicando la luna, mentre l’Assessore continua a guardare il proprio dito”.Ed il riferimento è all’incontro di due settimane fa, con l’assessore Di Gioia, che doveva servire a portare proposte per trovare risorse utili a finanziare domande e progetti per giovani (ben 4-mila), le cui domande di finanziamento sono state escluse dal Piano di sviluppo rurale, per la paralisi in cui versa la macchina amministrativa dell’Assessorato all’Agricoltura della Puglia. Infatti, secondo il presidente pugliese di Coldiretti, Gianni Cantele, per dare un futuro al mondo agricolo pugliese le priorità nella gestione delle risorse non possono che essere i giovani ed i loro investimenti, insieme alle risposte serie da dare agli imprenditori agricoli che vivono il dramma della Xylella. Risorse aggiuntive per l’imprenditorialità agricola giovanile puglieseche, sempre secondo Coldiretti-Puglia, potrebbero essere reperite riducendo la somma complessiva destinata dal Psr ai Gal (Gruppi di azione locali). Però, la risposta in tal senso dell’assessore Di Gioia, che avrebbe dovuta essere immediata, non è ancora arrivata, hanno sottolineato da Coldiretti. Infatti, ha commentato il direttore pugliese di questa importante Organizzazione agricola, Angelo Corsetti : “Non basta nascondersi dietro la scusa che il Psr non va bene, perché è stato costruito da altri o dare responsabilità al partenariato e/o al comitato di gestione, sapendo che le scelte vengono assunte in autonomia dall’Autorità digestione che è sola nelle decisioni”.  Ma le polemiche in Puglia per l’attuazione del Psr non sono solo tra l’assessore Di Gioia ed mondo agricolo, o le forze di opposizione al governo regionale. Infatti, a polemizzare tra loro per l’applicazione del Psr sono anche le OO.PP. di categoria che sulla questione hanno vedute non concordi. Infatti, Coldiretti chiede più risorse per i giovani, mentre “Agrinsieme”, un cartello di OO.PP. tra le quali figurano Confagricoltura, Copagri e Cia, che con una nota ha affermato: “Gli ultimi giorni sono stati densi di appuntamenti, di pareri, di opinioni e di manifestazioni sul Psr. Ognuno ha pensato di lanciare al mondo della comunicazione la propria “verità”, difendendo strenuamente il proprio operato e cercando, con altrettanta insistenza, di individuare le priorità e puntando il dito sulle possibili inefficienze”. Infatti, rilevano ancora da Agrinsieme: “In tanti dicono che il Psr potrebbe aver contenere degli errori nell’individuazione delle priorità, nella ripartizione delle risorse fra le misure ed in altre articolazioni: tutti, però, stentano a ricordare che il Psr è stato, oggettivamente, un percorso estremamente condiviso da tutto il partenariato e, quindi, se errori ci sono stati, devono essere attribuiti alla responsabilità collettiva”. Ma – si commenta inoltre nella nota di Agrinsieme – questo è un Paese particolare nel quale è ampiamente noto che se ci sono le positività si corre all’auto attribuzione, ma se ci sono delle negatività impera il ‘è colpa degli altri’. La Puglia rurale non poteva sottrarsi a queste logiche”.  Però, in questo caso, quel che forse non torna nel ragionamento, è capire se è la politica a non essere in grado di fare la propria parte oppure sono le stesse OO.PP. che tentano di sostituirsi a questa nel ruolo di sintesi decisionale, deviando da quelli che sono i compiti propri delle Associazioni categoriali, e senza neppure riuscire nell’improprio ruolo. Ed i dubbi al riguardo sono parecchi.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 31 Marzo 2018

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