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Spariti i soldi destinati a pagare i servizi dei Vigili del Fuoco

Non c’è pace per colpa dei tanti problemi da risolvere –e da troppo tempo- tra gli uomini del Corpo dei Vigili del Fuoco. A breve inizierà la campagna boschiva 2018 ed i Vigili del Fuoco della Puglia non hanno ancora ricevuto il saldo dei servizi A.I.B. dell’anno precedente. Insomma, nonostante la Regione Puglia sia stata puntuale nei pagamenti e la Uil Pa VV.F. Puglia abbia chiesto spiegazioni, senza stranamente ricevere alcuna risposta dalla Direzione regionale, ad oggi non si sa con certezza che fine abbiano fatto i soldi dei Vigili del Fuoco, calpestando la dignità di chi è sempre in prima linea a tutela del cittadino. E dire che già un anno fa, con una mozione presentata al Consiglio regionale, di cui il primo firmatario fu Mino Borraccino (Sinistra Italiana) ma sottoscritta dalla maggior parte dei Gruppi consiliari, venne confermato l’impegno dei consiglieri pugliesi per la stabilizzazione, appunto, dei Vigili del Fuoco precari. Che, giova ripeterlo, rappresenta indubbiamente un presidio insostituibile e fondamentale per la salvaguardia dei cittadini e del nostro Paese, e ha sempre svolto efficacemente, con impegno straordinario, alle attese della popolazione civile in tutti i compiti di prevenzione, vigilanza e soccorso tecnico urgente ai quali è preposto per legge, rivelandosi spesso decisivo per garantire l’incolumità e la salvezza di numerose vite umane, come accaduto anche di recente in occasione del terremoto. <<Negli ultimi anni il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco – ripete Borraccino – ha dovuto far fronte alla progressiva diminuzione delle risorse finanziarie stanziate dallo Stato, sempre più scarse, e a rilevantissime carenze di organico, riuscendo comunque, con uno sforzo encomiabile e straordinario, a rispondere efficacemente alle numerose richieste di intervento della popolazione per emergenze grandi o piccole, meritandosi così il rispetto, la stima e l’affetto di tutti gli italiani. Il Corpo dei Vigili del Fuoco ha da tempo la presenza al suo interno di una rilevantissima componente di personale precario, composto da Vigili del fuoco cosiddetti “discontinui” che rappresentano, comunque, una risorsa imprescindibile del Corpo nazionale, senza dei quali i servizi in molti casi si paralizzerebbero e non sarebbe possibile rispondere con tempestività alle richieste dei cittadini. I Vigili del Fuoco cosiddetti “discontinui” sono privi di contratto a tempo indeterminato e non possono essere chiamati in servizio per più di 14 giorni consecutivi e per più di 160 giorni l’anno, ma vengono frequentemente richiamati in servizio per far fronte alle croniche carenze di organico, garantendo sempre l’operatività dei comandi,  integrando le squadre di intervento, venendo spesso utilizzati anche per svolgere attività di ordinaria amministrazione>>. Ma non basta. Per Borraccino la figura del Vigile del Fuoco discontinuo va, peraltro, distinta da quella dei Vigili del Fuoco volontari che svolgono la loro attività nei distaccamenti volontari. Nonostante la netta distinzione tra le due figure, le stesse vengono definite entrambe come “volontarie” dalla legge, con la precisazione (contenuta nel decreto legislativo n. 368/2001 s.m.i.) che “i richiami in servizio del personale volontario del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco non costituiscono rapporti di impiego con l’amministrazione”, escludendo così qualsiasi possibilità di incardinare tra i Vigili discontinui e il Ministero un rapporto di pubblico impiego. Pertanto i consiglieri regionali pugliesi, pur non perdendo occasione per sollecitare con la loro mozione  il Governo centrale per modificare la legge n. 139 del 2006 ed avviare già da oltre un anno un percorso che porti quanto prima alla stabilizzazione dei Vigili del Fuoco discontinui, tornano a galla i problemi dei fondi destinati a chi deve controllare incendi boschivi e sicurezza in Puglia.

Antonio De Luigi

 


Pubblicato il 17 Aprile 2018

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