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“Sopravviviamo nel quartiere Ferrovia ma la luce ancora non si vede”

Roberta Apicella, nel direttivo “Amici del Viale” che si batte per la zona

Il Quartiere Ferrovia, per chi ci vive o lavora, è quello che si vede prima delle 19 e dopo, quando la pattuglia dei vigili urbani è andata via. Roberta Apicella, nel direttivo de “Gli Amici del Viale”, lo racconta così: “Verso sera tornano le risse, le bottiglie che volano, l’alcol che si spreca, che fa brutti scherzi e ci costringe a non uscire di casa. La situazione di giorno, in via Podgora, è migliorata, ringrazio il prefetto che, su nostra istanza, ha reso possibile il presidio di polizia municipale. Possiamo almeno camminare sui marciapiedi non più occupati, a destra e a sinistra, dai mercatini degli stranieri. Questi luoghi sono percorribili ma continuano a essere sudici. Penso che a queste persone, spinte dalla necessità a commerciare qualcosa, l’amministrazione potrebbe riservare un’area specifica”.

I portici di via Piave “sono un bivacco post sbornia, con tutto ciò che questo comporta, dal vomito alle urine. Dicono che ci sono nuovi mezzi nella flotta Amiu, nuove spazzatrici. Bene, io non le ho viste, e comunque, giacché ci sono, almeno le mettano più spesso in azione”.

 

La presidente degli “Amici del Viale”, Maria Luisa De Niro, aveva chiesto una raccolta porta a porta per questa zona. “Hanno tolto i cassonetti nel secondo tratto di via Trieste, pensavamo in un’ottica di raccolta differenziata. Invece si raccoglie tutto in via Montegrappa, con accumulo esagerato di rifiuti e sporcizia”.

 

Polemiche hanno suscitato i lavori di bitumazione e fresatura, in corso nel quartiere, per il ritardo in cui sono stati avviati. Seguono ad altri rifacimenti di asfalto e di illuminazione, dal viale XXIV maggio, alle strade limitrofe. “I lampioni non fanno molta luce, ma comunque non si può dire che non è stato fatto nulla, anche su strade e marciapiedi. Siamo abituati a tempi biblici, diciamo la verità. Le polemiche sterili le lasciamo agli altri, noi ci abbiamo sempre messo cuore, nome e cognome nelle cose che diciamo”.

 

In un contesto in cui i negozi stranieri proliferano, qualcuno resiste: “Dove c’era il London pub ora c’è un ristorante pachistano, al posto di un antiquario è sorto l’ennesimo market marocchino. Continuano ad esistere un negozio di alta moda, oggettistica, cartolibreria, palestra, barbiere, parrucchiere. Nessuno può impedire di mettere l’attività che si vuole, ma perché il quartiere non può essere attrattivo il quartiere anche per altro tipo di esercizi? Certo non deve mai venir meno il controllo, in questa zona c’è anche spaccio, “scambi” di roba lasciata nelle piante. Noi che ci viviamo abbiamo tutto l’interesse a rivedere la luce, non mancano anche le leggi per favorire apertura di attività in una zona storica di Foggia”.

Il Foggia Estate, oltre alle borgate, alla villa, a qualche piazza, è passato anche dal quartiere Ferrovia. “Solo una volta, e ci sembra poco, con Micky Sepalone e la sua band che hanno tenuto un concerto molto affollato e molto seguito perché la gente vuole frequentare il viale, vuole passeggiare, vuole ritornare lì com’era un tempo. A maggio si è svolta la festa dell’immigrato ma non si è tratta di un’organizzazione comunale. Nella pianificazione di eventi e mercatini natalizi ci farebbe piacere che il Viale venisse considerato come altre parti della città”.

Paola Lucino


Pubblicato il 4 Settembre 2024

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