Cultura e Spettacoli

“Slurp”, la lingua batte dove il padrone vuole

Questa sera alle 21, il Teatro Giordano di Foggia, ospiterà Slurp, il nuovo recital teatrale di Marco Travaglio prodotto e distribuito da Promo Music. Il sottotitolo –Lecchini, cortigiani & penne alla bava – La stampa al servizio dei potenti che ci hanno rovinati– esprime in maniera esauriente i temi trattati.Il giornalista torinese racconta come «i giornalisti, gli intellettuali e gli opinionisti più servili del mondo hanno beatificato, osannato, magnificato, propagandato e “smarchettato” la peggior classe dirigente del mondo, issando sul piedistallo politici incapaci di ogni colore, ma(g)nager voraci, (im)prenditori falliti che hanno quasi distrutto l’Italia e stanno completando l’opera». Insieme a lui, sul palco, l’attrice Giorgia Salari in veste di voce recitante, in uno spettacolo di grande ritmo, con la regia di Valerio Binasco. Con l’ausilio di videoclip, saranno esaminati telegiornali e programmi “di regime” che -spiega Travaglio- «hanno cloroformizzato l’opinione pubblica per portare consensi e voti a un regime castale e molto spesso criminale, che in un altro Paese sarebbe stato spazzato via in pochi mesi e che, invece, in Italia, gode dell’elisir di vita eterna».«Porto in scena –prosegue il direttore de “Il Fatto Quotidiano”- la tecnica eterna del “leccaculismo”, una delle peggiori fondamenta del nostro Paese: negli anni ‘80 erano tutti craxiani, nei ‘90 berlusconiani, poi montiani. Adesso sono tutti renziani. La lingua batte dove il padrone vuole. Però chiariamo: il leccaculismo italico non è solo giornalistico. Fior di opinionisti continuano a fare carriere di super lusso, per non parlare dei politici: Renzi e Berlusconi si sono circondati di “Yes Man” che sono diventati persino ministri della repubblica; molti di loro, se non avessero utilizzato bene la lingua, probabilmente oggi pulirebbero le scale di qualche androne. In ogni caso questo non è uno spettacolo distruttivo: si ride anche per riflettere meglio sulla realtà. D’altra parte ci sono molti colleghi che non hanno mai praticato il leccaculismo: Gabanelli, Stella e tanti altri, poco noti a livello nazionale. Sarà un recital terapeutico, un’arma di autodifesa, un antidoto satirico che ci aiuta a guarire, ridendo, dai virus del conformismo, della piaggeria, della creduloneria, dell’autolesionismo e della sindrome di Stoccolma, che porta noi italiani a innamorarci immancabilmente del Nemico. Che ci rovina e ci rapina col sorriso sulle labbra, mentre noi teniamo la testa ben affondata nella sabbia».


Pubblicato il 2 Aprile 2016

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