Slitta nuovamente il rinnovo delle Commissioni permanenti
Da oltre 5 mesi la maggioranza giallo-rossa è bloccata sulla scelta dei presidenti e, in particolare, su Amati e Tutolo, che invece potrebbero tornare "in gioco" diversamente
Ennesimo rinvio alla Regione Puglia del rinnovo delle sette Commissioni permanenti in seno al Consiglio, scadute sin dal 10 giugno scorso e che invece devono essere rinnovate per la restante durata della legislatura, così come previsto dallo Statuto. In realtà, sono trascorsi oltre cinque mesi senza che la maggioranza giallo-rossa che governa la Regione Puglia sia ancora riuscita a trovare la quadra sui nomi dei presidenti a capo delle sei Commissioni appannaggio della maggioranza, perché una, la VII agli Affari istituzionali, per statuto deve essere guidata da un presidente espressione delle minoranze. Il finora mancato rinnovo delle Commissioni è dovuto, in particolare, al fatto che, all’interno della coalizione giallo-rossa, il partito di maggioranza relativa, il Pd, ha chiesto che l’attuale presidente della I Commissione (ossia quella al Bilancio e Finanze), Fabiano Amati, avendo – come è noto – abbandonato il gruppo dem per aderire ad partito di Carlo Calenda, non venga riconfermato nell’incarico e che al suo posto venga eletto un esponente dem (la consigliera Lucia Parchitelli), sia perché a suo tempo, in sede di suddivisione nella maggioranza delle sei presidenze di Commissione, la guida di detta Commissione era stata assegnata al Pd, che l’aveva attribuita Amati in quanto rappresentate di questo partito, sia perché il gruppo regionale di “Azione” non possa essere considerato a tutti gli effetti organico alla maggioranza, ma di opposizione, poiché costituitosi – come si ricorderà – a dicembre del 2022 non solo con la sottrazione al Pd dello stesso Amati e del consigliere Ruggiero Mennea, ai quali si è aggiunto il consigliere Sergio Clemente, che nel 2020 era stato eletto in una lista civica a sostegno del governatore Emiliano, ma anche senza una posizione chiara ed univoca nei confronti della maggioranza giallo-rossa e, in particolare, del suo presidente, Emiliano. Inoltre, il neo-gruppo regionale pugliese del partito di Calenda detiene, con il consigliere Clemente, il posto di segretario d’Aula nell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea pugliese. Posto, anche in questo caso, assegnato a suo tempo a Clemente in quanto espressione di una civica di maggioranza. Un analogo problema sussiste per il presidente della II Commissione (ossia quella agli Affari generali ed al Personale), Antonio Tutolo, che fu scelto per tale ruolo in quanto espressione della lista civica di maggiorana in cui era stato eletto, ma poi passato al gruppo misto in posizione anch’egli spesso critica nei confronti di Emiliano e della sua maggioranza giallo-rossa. A rivendicare la guida della II Commissione è il gruppo di “Con”, che da tempo ha già il nome da mettere a capo di tale Commissione. In definitiva, all’interno della maggioranza in oltre cinque mesi non si è riusciti a chiarire in via definitiva la posizione sia det tre componenti del gruppo consigliare di “Azione” che del consigliere Tutolo del gruppo Misto, per cui ci sono coloro che vorrebbero defenestrare dalle rispettive presidenze di Commissione sia Amati che Tutolo. Invece altri, a cominciare forse dallo stesso governatore Emiliano, sarebbero poco propensi a stravolgere l’attuale assetto, perché potrebbe portare a delle ripercussioni imprevedibili anche in vista di altre situazioni politiche sia interne alla Regione che esterne, a cominciare dalle alleanze per le amministrative del prossimo anno. Quindi, Emiliano è verosimilmente impegnato in prima persona ad evitare “rotture” in seno al “campo largo” regionale e nell’incertezza preferisce forse che non si proceda con il rinnovo delle Commissioni, piuttosto che poi andare incontro a mutamenti più significativi, per riagganciare nell’area larga del centrosinistra i “pezzi” (o sigle) non più controllabili dello schieramento. A commentare negativamente la situazione è l’opposizione di centrodestra con i consiglieri regionali di Forza Italia, Paride Mazzotta, Napoleone Cera, Paolo Dell’Erba e Massimiliano Di Cuia, che hanno affermato: “il rinvio del rinnovo delle Commissioni è solo l’ennesima dimostrazione di quanta poca unità ci sia nel centrosinistra”. Un blocco delle attività, “con Commissioni al palo e sedute del Consiglio regionale sempre più povere di provvedimenti in grado di incidere sul futuro della Puglia”. Ed in maggioranza l’accordo per i nuovi presidenti delle Commissioni, secondo gli esponenti di Fi, non si trova perché “si moltiplicano i mal di pancia per bisbigliati nuovi ingressi in Giunta”. A tal proposito, infatti, sembrerebbe che Emiliano abbia ventilato la possibilità di aprire le porte della Giunta ad un rappresentante di “Azione” qualora Amati perdesse la Presidenza della I Commissione. “Sullo sfondo, – hanno concluso i consiglieri forzisti – restano irrisolti i problemi dei cittadini di cui sembra che ci si occupi sempre meno: sanità, lavoro, ambiente e tanto altro”. Infatti, per Fi, il centrosinistra ha da pensare, come sempre, più alle poltrone che ai cittadini. Anche per il gruppo dei sei consiglieri pugliesi del partito della premier Giorgia Meloni “bloccare il rinnovo delle Commissioni consiliari, significa bloccare l’attività del Consiglio regionale” e “farlo poi per regolare vecchi e nuovi conti interni al centrosinistra, utilizzandole per fare pressioni sulle prossime elezioni Amministrative ed Europee è da irresponsabili”. “Abbiamo atteso che passasse la lunga estate pugliese – hanno inoltre dichiarato i sei consiglieri regionali di Fdi – nella speranza che la maggioranza rosso-gialla mettesse a posto i vari tasselli del complicato puzzle di una coalizione che perde e acquista pezzi, ormai, alla velocità della luce”. Ma poiché “la ‘corte di Emiliano’ ha porte girevoli ormai più veloci di quelle degli alberghi, c’è chi ‘sta solo una notte’ e poi se la camera non è quella sperata esce” ed “a pagare il conto sono i pugliesi, che non solo assistono a nomine di consulenti e consiglieri e assunzioni propedeutiche a questa o a quella campagna elettorale, ma francamente mai ci saremmo aspettati che in questo tritacarne del potere finissero anche le Commissioni consiliari il cui rinnovo è stato calendarizzato prima per giovedì scorso, 16 novembre, poi per la mattina di lunedì 20 successivo ed ora chissà quando”. Ed il tutto – sottolineano i meloniani pugliesi – “con la complicità di un presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, che, invece, che tutelare le prerogative di tutti i consiglieri e garantire il funzionamento del Consiglio regionale in senso lato, presta il fianco ai compagni di partito, permettendo loro di continuare a fare ‘giochetti’ politici”. Peccato, però, che stante a quanto reso noto dalla Regione la richiesta di rinvio del rinnovo delle Commissioni inoltrata alla presidente dell’Assemblea, Capone, risulti effettuata congiuntamene sia dai gruppi di maggioranza che di minoranza. E per la seduta dell’Assemblea pugliese di oggi, 21 novembre, un altro punto all’odg risulta irrisolto dal 2020 per i dissidi interni alla maggioranza ed è quello della nomina del “garante dei disabili”. Infatti, tale ruolo è vacante da quando, nel marzo del 2020, scomparve improvvisamente chi lo ricopriva (il giovinazzese Giuseppe Tulipani) e da allora la maggioranza giallo-rossa non è riuscita ancora a mettersi d’accordo sul nome da scegliere per detto incarico. Oltre tre anni, in verità, sembrano un po’ troppo per una decisione che invece dovrebbe essere tempestiva. Ma evidentemente per il Governo regionale anche i disabili, come per le presidenze di Commissione, in Puglia si può attendere, perché i tempi della politica il più delle volte non coincidono con quelli delle effettive esigenze dei pugliesi. Tanto per il Sud Italia il “buon governo” e la “buona politica” sono solo slogan da campagna elettorale.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 21 Novembre 2023