“Sento un grande carico di responsabilità nei confronti dell’intera Comunità accademica”
Università di Foggia. Intervista con il nuovo Magnifico Rettore, professor Lorenzo Lo Muzio
Da qualche tempo si è insediato a Foggia il nuovo Magnifico Rettore, professor Lorenzo Lo Muzio. Il Quotidiano lo ha intervistato.
Rettore, come si accinge a vivere questa nuova avventura e con quali sentimenti? Che cosa rappresenta per la comunità?
“Sono profondamento felice e grato per l’ampio consenso accordatomi e che ha portato alla mia nomina come Rettore dell’Università di Foggia. Questo risultato è rappresentativo di una grande coesione collettiva della nostra Comunità. Sono orgoglioso e onorato di ricoprire questa carica che per me significa, prima di tutto, mettermi al servizio della nostra Comunità”.
Avverte il peso di un incarico certamente gravoso e ricco di difficoltà?
“Sento ovviamente un grande carico di responsabilità nei confronti dell’intera Comunità accademica, ma soprattutto nei riguardi delle studentesse e degli studenti che ripongono nel nostro Ateneo la fiducia per la costruzione del proprio futuro. Naturalmente è un peso che condivido con la squadra di Governo che trova il suo fondamento nei valori di condivisione e partecipazione ma anche di responsabilità e trasparenza del proprio operato. La nuova governance presenta una struttura di deleghe semplificata rispetto al passato, con l’individuazione di due prorettori e 24 delegati; una struttura sulla quale è stato fatto un lavoro di sintesi ma sempre nel pieno rispetto della valorizzazione delle competenze abbinata alla trasversalità delle aree che caratterizzano la complessità dell’Istituzione e, in generale, del sistema Università.”
Che cosa rappresenta per Foggia e per il suo Territorio l’Università e quali rapporti intende instaurare con la società civile, la istituzioni, le imprese?
“L’Università di Foggia rappresenta un “motore culturale sociale ed economico” del Territorio. Credo sia necessario inaugurare una nuova stagione di politiche integrate finalizzate a dare risposte concrete alle istanze di conoscenza e innovazione emergenti dalla società contemporanea. L’Università deve recuperare il ruolo di interlocutore privilegiato nel dialogo e nell’interazione con gli altri protagonisti del Territorio (Istituzioni, Enti locali, associazioni, imprese, categorie professionali) su tematiche di interesse generale, penso ad esempio alla sostenibilità, all’innovazione sociale, alla digitalizzazione, all’internazionalizzazione, alla promozione del ricco patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale, solo per citarne alcune”.
L’Università ha un ruolo fondamentale nella diffusione della cultura della legalità. Quale sarà l’impegno nel prossimo futuro?
“La nostra Università è da sempre impegnata, insieme alle altre istituzioni del Territorio, sul fronte della divulgazione della cultura della legalità consapevole dell’importanza del compito di contribuire a formare un orientamento valoriale dei giovani centrato sul rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali e sul rifiuto di ogni forma di violenza, come elemento portante della loro identità personale. L’impegno mio personale e della comunità sarà senz’altro volto a promuovere iniziative e attività a beneficio della cittadinanza e, in particolare dei nostri studenti. Iniziative che possano caratterizzarsi come esperienze culturali e di conoscenza dei fenomeni di criminalità, ma anche e soprattutto come opportunità di crescita e di esercizio di cittadinanza attiva e democratica. Si tratta di un impegno concreto finalizzato a rafforzare la nostra Istituzione non solo come Presidio di legalità e di lotta ai fenomeni mafiosi, ma anche come luogo in cui i giovani possano maturare quella cultura della legalità e della convivenza civile che sono la premessa indispensabile per realizzare una società migliore”
Quali le prospettive del suo mandato nel prossimo sessennio?
“Gli obiettivi principali sui quali dobbiamo impegnarci saranno: favorire la più ampia coesione all’interno della Comunità accademica, avviare una riflessione attenta sulla didattica, individuare nuove risorse per sostenere la ricerca, fare sistema con gli enti, le istituzioni culturali, il mondo della ricerca, il mondo del lavoro, dell’associazionismo per un’attività di cooperazione ad ampio raggio finalizzata al perseguimento di obiettivi condivisi e, naturalmente, dobbiamo definire un nuovo rapporto con la città e con il territorio ma senza trascurare le politiche di cooperazione e di sviluppo internazionale.”
Bruno Volpe
Pubblicato il 1 Giugno 2023