Cultura e Spettacoli

“Santa Rita, donna del perdono e della speranza nei casi impossibili”

Intervista a padre Giustino Casciano, rettore del Santuario di Cascia

“Santa Rita ha sperimentato l’amore di Dio esercitando il perdono”: ecco l’affondo in questa intervista che ci ha rilasciato del padre agostiniano Giustino Casciano, Rettore del Santuario di Santa Rita a Cascia e per quattro anni Provinciale per l’Italia degli Agostiniani. La chiesa ogni 22 del mese di maggio celebra la memoria della santa di Cascia, una devozione sentita ed una delle santi maggiormente popolari e amate.

Padre Giustino, chi era Santa Rita?

“Una santa a tutto tondo, che ha vissuto le dimensioni del credente, unita profondamente a Cristo del quale ha sperimentato, pur nelle sofferenze e in una vita piena di dolori, l’amore, ricevendo e dando perdono. Una santa ricca di misericordia e attualissima”.

Quali le sue virtù?

“In ogni fase della sua tribolata esistenza, che non è stata per niente facile, ha messo in pratica il Vangelo. E’ stata sposa, madre, vedova a seguito della traumatica morte del marito ucciso, ed anche religiosa tra le agostiniane”.
Perdono, perché?

“Quando le uccisero in modo violento il marito, i suoi figli volevano insistentemente praticare la vendetta a loro volta ammazzando l’uccisore. Lei si oppose, dicendo che dal male viene il male e che al contrario il male si vince col bene. In pratica, Rita impedì il nascere di una faida che avrebbe avuto conseguenze pericolose e dolori per tutti”.

Viene definita santa dei casi impossibili: per quale motivo?

“Perché, affidandosi totalmente a Dio, e chiedendo la sua intercessione, sapeva che per Dio tutto è possibile, anche le cose apparentemente impossibili. E specialmente in Spagna se ne apprezza la sua intercessione e soprattutto si ha grande venerazione, certamente anche da noi in Italia. Ad esempio grazie a Rita, si hanno conversioni inspiegabili, di gente che ha sempre vissuto lontana da Dio, dalla fede e dalla Chiesa”.

E ricevette le stimmate…

“Una ennesima altra dimostrazione della sua vicinanza a Cristo, accadde nel 1457 quando una spina di Cristo le si conficcò nella fronte. Varie prove mediche hanno dimostrato questa veridicità e la ha tenuta per quindici anni”

Si racconta che la ferita emettesse cattivo odore…

“Vero. Stando alle testimonianze del 1600 circa ed altre successive la ferita emetteva un odore poco piacevole, cosa che ne determinò anche un certo isolamento. Noi conserviamo le bende con il suo sangue e le sostanze emesse dalla ferita, era un caso tipico di ostiomielite, infezione batterica dell’osso a seguito della spina”.

Fu monaca agostiniana …

“Non senza problemi, ma visse con serenità e gioia questa parentesi di vita, unita al Signore, inquieta, ma piena di amore. Fu impegnata del carisma agostiniano, donna che seppe sempre mettere al centro il mistero del risorto e soprattutto il perdono”.

Al vostro santuario ogni anno vengono oltre un milione e mezzo di visitatori…

“È la dimostrazione di quanto sia amata Rita, di come il popolo di Dio la senta vicina e si fida della sua intercessione. Rita ha vissuto in Cristo, ha creduto, ha amato, perdonato e si è fidata. Le stimmate lo provano”.

Il 24 maggio ricorrono i 125 anni dalla canonizzazione da parte di Leone XIII.

Bruno Volpe

 

 


Pubblicato il 22 Maggio 2025

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