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Sangalli Vetro, oggi il sit-in di protesta a Montecitorio

I lavoratori della Sangalli Vetro di Manfredonia, sostenuti dalla Confederazione Cobas, saranno oggi a Roma, in occasione dell’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico dove si discuterà della grave crisi occupazionale che attraversa lo stabilimento pugliese. Gli stessi lavoratori hanno promosso un sit-in a Montecitorio “allo scopo di sensibilizzare un Parlamento poco attento ai problemi del lavoro e dell’occupazione”. Per sostenere questa iniziativa, i lavoratori invieranno una email ai 1.000 onorevoli e senatori, ai quali sarà chiesto di scendere dagli scranni e di ascoltare le loro motivazioni in piazza. Successivamente, i lavoratori della Sangalli Vetro raggiungeranno la sede del Ministero dello sviluppo economico. Qui, a partire dalle 15.00, si svolgerà un incontro dove le premesse allo stesso sono quelle di un ennesimo insuccesso. Il Sindacato Cobas ha chiesto nelle settimane scorse di partecipare all’incontro trovando una maggiore resistenza più dalle altre organizzazioni sindacali che dal Ministero stesso. “Ma se non riusciremo a salire in Ministero – spiegano dal sindacato – gli faremo sentire da sotto le nostre voci, le nostre motivazioni”. “Grideremo che sono ormai 15 mesi che lottiamo per difendere lo stabilimento, per difendere il nostro lavoro, trovando solo insensibilità ai nostri problemi. Denunceremo a voce alta come sia stato possibile lo spegnimento di un forno fusorio dopo solo 13 anni, quando non c’è sito al mondo dove questo sia successo. Ricordiamo – puntualizza Roberto Aprile per la Confederazione Cobas e iscritti Sangalli Vetro Manfredonia – che lo stabilimento di Manfredonia è stato realizzato con 90 milioni di fondi pubblici, a fronte del valore dell’intero impianto di circa 140 milioni”. La produzione di vetro dell’impianto sipontino copriva il mercato italiano per il 35%, facendo diventare la Sangalli leader italiano e conquistando una considerevole fetta del mercato europeo grazie alla qualità dei prodotti che si producevano a Manfredonia. “Noi lavoratori abbiamo rifiutato per 9 mesi gli ammortizzatori sociali, pur di tutelare lo stabilimento e tentare di evitarne la chiusura. Dall’altra parte assistiamo al fatto che ci sono degli imprenditori, che secondo noi sono solo dei “prenditori”, che vengono puntualmente garantiti nei loro abusi dai vari concordati e leggi fallimentari”. “L’indecenza sta quindi nel mettere questi strumenti a disposizione di speculatori che aprono aziende in zone vantaggiose per i fiumi di contributi che ricevono. In un momento in cui si colpiscono severamente le fasce deboli della popolazione si continua imperterriti a sostenere un sistema delle imprese a dir poco mafioso. La costituzione sancisce che la legge è uguale per tutti. Mentre noi combattiamo in un sistema  dalla rigidità elvetica per i lavoratori di Manfredonia, il tribunale di Treviso ci sembra invece che continui a lanciare assist continui ad un imprenditore che continua a rifiutare l’amministrazione straordinaria richiesta dai lavoratori con motivazioni assai discutibili. Rivendichiamo il diritto a regole certe con pari opportunità, che ci venga riconosciuto il sacrosanto diritto al lavoro sancito dalla Costituzione”.


Pubblicato il 15 Marzo 2016

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